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Scuola digitale, 8,4 milioni e una piattaforma per gli animatori

Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha firmato il decreto per lo stanziamento di 8,4 milioni di euro, mille per ogni scuola che si è dotata di un animatore digitale, in arrivo entro la fine dell’anno scolastico in corso, somma che poi andrà a regime dal prossimo anno.

17/05/2017
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la Repubblica

Pierangelo Soldavini

A due anni dal lancio del Piano nazionale scuola digitale si completa l’architettura del progetto per l’innovazione digitale della scuola italiana. Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha firmato il decreto per lo stanziamento di 8,4 milioni di euro, mille per ogni scuola che si è dotata di un animatore digitale, in arrivo entro la fine dell’anno scolastico in corso, somma che poi andrà a regime dal prossimo anno.

Con questo provvedimento si completa così uno dei tasselli chiave del Piano: ogni scuola potrà avere un animatore digitale, un docente che, insieme al dirigente scolastico, avrà una dotazione finanziaria annuale per ricoprire il suo ruolo strategico nella diffusione dell’innovazione a scuola. Ma non è solo questo. La ministra Fedeli ha anche annunciato, sempre nell’ambito dell’appuntamento “Verso gli Stati generali della Scuola digitale” che si è svolto a Bergamo, che a giugno sarà completata la piattaforma a disposizione degli animatori, per comunicare e condividere al meglio le eccellenze e i percorsi dell’innovazione all’interno della comunità scolastica, un’interazione che sarà aperta alle migliori esperienze tecnologiche e digitali del paese.

“Vogliamo dimostrare che crediamo davvero nell’importanza di disseminare l’innovazione all’interno della scuola e di una digitalizzazione che attraversi trasversalmente l’intero schema dell’apprendimento”, ha affermato la ministra: “La rivoluzione digitale impone al mondo scuola di imparare insieme “dentro” ai cambiamenti”.

La ministra Fedeli ha anche sottolineato l’importanza della scuola come “caposaldo di responsabilità nella formazione alla cittadinanza digitale” annunciando l’avvio di un percorso di educazione civica digitale in ogni scuola, in linea con quanto richiesto anche dall’Ocse.

A due anni dal lancio del Piano nazionale Scuola digitale l’appuntamento di Bergamo ha fornito l’opportunità all’intero mondo della scuola per un confronto e un dialogo per valutare il progresso dell’innovazione verso una didattica che formi davvero i ragazzi a soddisfare le richieste di un mondo del lavoro in grande trasformazione sulla strada dell’Industria 4.0.

“E’ una rivoluzione prima di tutto culturale e antropologica: per questo è sbagliato puntare tutto sulle tecnologie senza pensare alle persone”, ha sottolineato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori che ha ospitato per il secondo anno consecutivo il più importante summit della scuola del futuro del nostro paese.

“La scuola deve preparare i ragazzi a un futuro che cambia velocemente, introducendoli alle metodologie per la formazione delle competenze, più che delle semplici conoscenze: dobbiamo capire quale sia il significato della scuola dell’innovazione e per questo dobbiamo fare rete con i docenti per condividere e crescere”, ha affermato Dianora Bardi, presidente del Centro studi ImparaDigitale che ha contribuito in maniera determinante a preparare la giornata, che si è sviluppata in quattrodici tavoli tematici aperti ai contributi di tutti gli attori, le cui conclusioni saranno presentate alla ministra Fedeli.

Nella logica di una scuola che lavora sulla base di una didattica per competenze, è forte la pressione per arrivare a “un nuovo modo di interpetare le competenze dei docenti”, come ha sottolineato Sabrina Bono, capo di gabinetto del Miur: “Anche i docenti di devono aprire a competenze e conoscenze nuove: alle competenze tradizionali, quella disciplinare e quella relazionale, si aggiunge una competenza didattica intesa come capacità di ripensare la metodologia di insegnamento e di apprendimento”.


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