FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3958861
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Scuola di pomeriggio "Al Sud è impossibile senza bus e bidelli"

Scuola di pomeriggio "Al Sud è impossibile senza bus e bidelli"

In molte Regioni del Nord l’orario scaglionato per le superiori è già realtà Dal Lazio alla Puglia i dubbi dei presidi. Vertici con i Comuni sui trasporti

20/10/2020
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Corrado Zunino

Fate un po’ di didattica a distanza, ha detto il nuovo premier minimalista domenica sera. E sfalsate gli orari a scuola. Lasciate entrare, se possibile, le superiori dalle 9. Se possibile. Il Paese scolastico ha reagito così alle deboli novità richieste dal governo: Milano cambierà gli orari da mercoledì, come d’altro canto aveva chiesto la Regione venerdì scorso. Bergamo è già partita e il sindaco Giorgio Gori twitta felice: «La didattica a distanza si può fare». Torino ritiene di essere in linea da un mese con quanto detto dal governo: con le superiori siamo in Dad dal 14 settembre, una settimana sì, l’altra no, «eppure i contagi sono sempre alti». Lo dicono i dirigenti scolastici. Il Veneto, che è stato il primo con il presidente Luca Zaia a sollevare la questione, andrà avanti dimagrendo le scuole con convinzione: studenti di 17, 18 e 19 anni per metà a casa, autobus più vuoti. Padova è partita per prima. A Firenze il provveditore ha inviato una mail ai presidi, ieri mattina: fermi tutti, non siamo in grado di stravolgere l’orario un’altra volta. A Roma i dirigenti hanno detto, a maggioranza: «Non ci sono bidelli per allungare le ore nel pomeriggio, troppe scuole non sono pronte a una Dad strutturale». In autunno, in verità, si chiama Did, didattica integrata digitale. Sugli orari spostati in avanti Tiziana Sallusti, preside del Classico Mamiani, sentenzia: «Le lezioni pomeridiane sono ipotesi fantasiosa».

Ancora, Vincenzo De Luca conferma la chiusura di elementari, medie e superiori e vince la prima partita al Tar. In Umbria la presidente della Regione, Donatella Tesei, ieri sera ha ordinato: metà classi a casa per tutte le superiori, ci si alterna. A Bari, invece, i licei del centro fanno notare: alle due del pomeriggio non ci sono più autobus che ripartono per la provincia, come facciamo ad allungare l’orario? Il Paese è questo, differenziato nelle possibilità e nelle abitudini. E, mentre provveditori e presidi si autodeterminano, arriva la nota del dirigente ministeriale Max Bruschi, molto rapidamente anticipata ai sindacati al telefono: la parola più ricorrente, qui, è «nulla cambia». La ministra Azzolina non molla la presa sulla presenza riconquistata a scuola e insiste: «È un luogo sicuro, ci sono otto studenti contagiati ogni diecimila». Sono il 75 per cento in più della media del resto del Paese, però. I professori e gli amministrativi sono più del doppio.

Cresce la pressione del mondo della scienza sulla sottovalutazione dell’effetto aerosol nelle classi, in Germania è argomento di dibattito a livello di Cancelliera. E una pioniera della didattica a distanza come Anna Maria Garito, rettrice di UniNettuno, dice: «Questo ministero avrebbe dovuto investire non solo in connessione ma anche in docenti, la didattica in remoto può diventare un momento di educazione straordinario, emozionale, ma non s’improvvisa. Certo, se si riduce a un’ora in cui il professore parla, la linea disturbata, la lezione in remoto diventa uno strazio. Servirebbe mettere i contenuti in rete, lo studente li va a prendere quando crede, e fissare due appuntamenti settimanali per lezioni capovolte: i ragazzi fanno le domande e il docente risponde. In questi mesi non è stato fatto nulla, però, per arrivare preparati all’appuntamento. L’insegnante non va lasciato solo, ha bisogno di una guida e va selezionata tra i colleghi più bravi».

La questione è che nessuno, in alcuna città, ha pianificato con il proprio Comune gli ingressi mattutini. Oggi Milano e Torino provano a recuperare: previsti vertici sull’argomento bus e scuola. «Sarebbe stato utile conoscere gli orari migliori ad agosto », chiude Andrea Di Mario, preside del liceo Carducci di Milano, «ma siamo ancora in tempo per intervenire ».