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Scuola, Conte rassicura "Partiremo il 14 settembre abbiamo fatto il massimo"

La sfida è difficile e Giuseppe Conte lo sa bene, lunedì riapre la scuola dopo 6 mesi (anche se alcune regioni hanno deciso di aspettare ancora qualche giorno) e il presidente del Consiglio è perfettamente consapevole che non sarà una passeggiata

10/09/2020
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La Stampa

alessandro di matteo

roma

La sfida è difficile e Giuseppe Conte lo sa bene, lunedì riapre la scuola dopo 6 mesi (anche se alcune regioni hanno deciso di aspettare ancora qualche giorno) e il presidente del Consiglio è perfettamente consapevole che non sarà una passeggiata. I contagi aumentano ormai stabilmente ad un ritmo di 1.000-1.500 al giorno, i preparativi delle aule in molti casi sono ancora in corso, ma ripartire il 14 settembre è diventato un atto simbolico e Conte si prepara a gestire le difficoltà che, inevitabilmente, ci saranno. Il premier sceglie la linea del "discorso al paese" e per farlo convoca una conferenza stampa nel cortile di palazzo Chigi coinvolgendo anche i ministri Roberto Speranza (Salute), Paola De Micheli(Trasporti) e ovviamente Lucia Azzolina(Istruzione). Il messaggio ha due registri: uno rassicurante, per dire che si ricomincia «in sicurezza». L'altro improntato al realismo, quasi un modo di mettere le mani avanti: «Dobbiamo essere consapevoli che ci saranno delle difficoltà. Mettiamo in conto che ci saranno nuovi contagi, ma abbiamo disposto un prontuario per affrontare queste difficoltà».

Rispondendo ai giornalisti il presidente del Consiglio nega che la ripresa della scuola sia un «banco di prova per il governo», ma la stessa convocazione della conferenza stampa dimostra il contrario. Il passaggio è delicato, le famiglie sono in apprensione e le opposizioni sono pronte ad attaccare.

«Le famiglie italiane non devono dubitare - assicura Conte - abbiamo fatto il massimo per dare ai ragazzi il meglio e per regalare alla scuola un nuovo inizio». Il rientro in classe avverrà «in piena sicurezza», ma certo in un contesto nuovo e non facile in ragione della pandemia». E Speranza lo conforta: «L'Italia è all'altezza di questa sfida».

Il premier sa bene che tanti, sia tra i genitori che tra i docenti, hanno dubbi sulle misure adottate e per questo spiega che non si poteva certo pensare di fare «undici milioni di tamponi» ogni giorno. Ci saranno invece «undici milioni di mascherine gratis», assicura, e i genitori dei ragazzi che saranno costretti a casa per una quarantena «avranno la possibilità di fare smart-working o anche del congedo parentale». Ai docenti, poi, un riconoscimento e una promessa: «Siete un punto di riferimento per la comunità, un patrimonio inestimabile. Immetteremo in ruolo 160mila docenti, ci saranno 70mila assunzioni a tempo indeterminato».

La ministra Azzolina elenca puntigliosa i numeri: 5.177 aule in più, 4.812 quelle ampliate. Certo, ad oggi ci sono ancora 50mila studenti senza un'aula, a causa del metro di distanza da rispettare, ma a giugno erano «un milione». Ovviamente, precisa, non vuol dire che in 50mila resteranno a casa, ma semplicemente che «avranno l'obbligo di indossare la mascherina», a differenza degli studenti che invece potranno contare sul distanziamento di un metro in aula. Anche la Azzolina chiede di non politicizzare la scuola: «Il 14 settembre non si gioca la partita maggioranza-opposizione».E in serata il premier sceglie anche di rispondere alle opposizioni sul tema dei dossier riservati del Cts. «L'iniziativa di alcuni governatori» con un appello contro la secretazione di uno studio sugli scenari del Coronavirus «mi sembra pretestuosa, strumentale», accusa. «Anche perché un rappresentante della Lombardia che è nel Cts lo ha saputo prima di Speranza. Si continua a distorcere la realtà». —


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