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Scuola, Cantone boccia il governo sulla proroga di appalti per le pulizie

La scadenza degli affidamenti è slittata alla fine di luglio di quest’anno. Ma l’Anac chiede un «intervento urgente» per tornare alle gare, che grazie alla concorrenza fanno risparmiare denaro pubblico. Il settore sotto la lente dell’Antitrust

20/04/2016
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Corriere della sera

L’Anac, l’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, boccia un pezzetto della «Buona scuola», la riforma dell’istruzione approvata l’estate scorsa. E invia una segnalazione al governo e al Parlamento per chiedere un «intervento urgente». Non c’entrano i supplenti o le liste dei precari. Ma gli appalti per la pulizia delle scuole la cui durata, con la riforma dell’estate scorsa, è stata prorogata fino al 31 luglio 2016. Una proroga della proroga, in realtà, perché la scadenza degli affidamenti era già stata fatta slittare con un decreto precedente. Per di più in un settore non proprio trasparente, visto che pochi mesi fa l’Antitrust ha condannato al pagamento di una multa da 110 milioni di euro, per violazione della concorrenza, le quattro aziende che avevano vinto le gare iniziali. Compreso il Consorzio nazionale servizi, finito nell’inchiesta di Mafia Capitale.

Il parere

Due sono le «necessità» sottolineate dall’Anac nel parere richiesto da Massimo Artini, deputato di Alternativa libera, il gruppo degli ex del Movimento 5 Stelle. La prima è quella di un «intervento urgente» affinché la gestione dei servizi sia «ricondotta nell’alveo delle ordinarie procedure di affidamento». La seconda è che «non si ricorra, per il futuro, all’utilizzo di sistemi derogatori, come le proroghe ex lege, comunque inidonei a risolvere le rilevanti problematiche sociali». Il punto è proprio questo. Gli appalti per la pulizia delle scuole sono stati prorogati con la motivazione che altrimenti i lavoratori delle ditte coinvolte avrebbero perso il posto. Ma per legge l’azienda che «strappa» un appalto a una concorrente è tenuta ad assumerne i dipendenti, proprio per evitare ricadute sociali. Mentre invece la semplice proroga degli appalti, sottolinea l’Anac, tiene in vita «prestazioni non necessariamente in linea con le migliori condizioni che il mercato può offrire». Cioè può comportare spreco di denaro pubblico. Cosa succederà adesso? Difficile che gli appalti vengano interrotti a pochi mesi dalla scadenza. Ancora più difficile, però, che arrivi un’altra proroga. «L’avranno fatta franca — dice Artini, il deputato che ha chiesto il parere dell’Anac — tutti quelli che si sono arricchiti grazie a norme illegittime, che per di più hanno impedito alle aziende oneste di partecipare alla gare».


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