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Scuola, Bianchi promette nuovi aiuti Priorità a congedi e bonus baby sitter

Il ministro per ora non indica una data di riapertura: chiudere è stata una decisione sofferta ma responsabile

09/03/2021
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

A Milano mamme e bambini fanno il girotondo di protesta per la chiusura delle scuole sotto Palazzo Marino. A Bologna occupano i viali al motto di «scuole chiuse, donne escluse». Intanto anche in Veneto si annunciano nuovi lockdown scolastici in provincia di Padova e ad Asolo, in Toscana a Viareggio tutto chiuso da domani. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, rivendica la scelta contenuta nel primo Dpcm dell’era Draghi di chiudere le scuole: è stata una decisione sofferta ma responsabile, spiega intervenendo al seminario sull’autonomia scolastica, organizzato dai suoi ex colleghi Valeria Fedeli e Luigi Berlinguer. Per ora invece non trova risposta la domanda che si stanno facendo i genitori e gli studenti: quando si potranno riaprire le scuole. Davvero dopo Pasqua, come del resto spera che possano fare almeno gli universitari la ministra Cristina Messa? Bianchi non si sbilancia sul destino dei più piccoli: «Non c’è un orizzonte per la riapertura, è la nostra capacità di essere uniti che ci dà l’orizzonte, la responsabilità non è solo del governo è di tutto il Paese».

Dunque tutto dipenderà dai contagi. Per questo il decreto Sostegni che dovrebbe essere approvato in settimana, conterrà — promette il ministro — fondi per le famiglie, per i congedi e i bonus babysitter e anche per le scuole direttamente, «soprattutto per quelle del Sud», che sono state chiuse più a lungo e hanno bisogno di interventi mirati per recuperare.

Le proteste

A Milano genitori in piazza contro le chiusure. Proteste anche a Bologna

Si tratta di una prima risposta alle proteste dei genitori. Sono soprattutto medici, infermieri e altri lavoratori di comparti «essenziali» ad essere in difficoltà. Giovedì scorso il ministero, per mano del braccio destro dell’ex ministra Lucia Azzolina che Bianchi non ha riconfermato ma che è ancora al suo posto, aveva inviato alle scuole una circolare che autorizzava i presidi ad accogliere oltre agli studenti disabili, a quelli con bisogni speciali e a quanti hanno diritto alle ore in laboratorio (nelle scuole superiori), anche i figli di genitori che svolgono lavori essenziali. Peccato che la categoria non sia definita da nessuna legge. E di fronte ai presidi che chiedevano chiarimenti dopo aver ricevuto decine di domande di famiglie in cui entrambi i genitori lavorano (e che per ora non hanno diritto ai congedi), il ministero ha dovuto fare marcia indietro: nessuno studente ha diritto di andare in aula a causa della professione dei genitori perché manca il decreto, visto che da settembre le scuole elementari sono state in presenza a parte in Campania, Puglia e nei casi, limitati, di quarantene per le quali non è comunque possibile la presenza.