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Scuola, 25 mila nuove assunzioni Braccio di ferro Fedeli-Padoan

La ministra dell’lstruzione: ritardo inaccettabile dal Mef. Le perplessità della Ragioneria sulle nuove spese. Il ruolo di GentiloniLa ministra dell’lstruzione: ritardo inaccettabile dal Mef. Le perplessità della Ragioneria sulle nuove spese. Il ruolo di Gentiloni

28/03/2017
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

Sono tre le lettere che la ministra Valeria Fedeli ha scritto al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e al premier Paolo Gentiloni, la prima a dicembre le altre due a fine febbraio: voleva essere sicura che i fondi stanziati nella legge di Stabilità dello scorso anno per l’allargamento dell’organico di diritto della scuola, cioè per l’aumento del numero di cattedre, fossero utilizzabili e poter così fare i conti per il prossimo anno scolastico e cominciare con assunzioni e designazioni degli insegnanti.

«Ritardo inaccettabile»

Ma un ok formale e impegnativo non è arrivato e ora Fedeli considera il tempo scaduto: «Caro Pier Carlo, questo ritardo è inaccettabile per tutti», ha scritto nell’ultima lettera indirizzata a via XX Settembre. In gioco ci sono 140 milioni per quest’anno, 400 per il 2018 e 25 mila posti in aggiunta ai 55 mila creati dalla riforma

Le cattedre vuote

«Ormai non riusciremo a partire in tempo per settembre e la colpa non è certo nostra», ripetono al Miur. Fedeli è preoccupata che l’inizio del prossimo anno scolastico, prima vera prova del fuoco del suo mandato, si trasformi in un Vietnam. Questi 25 mila posti in più - che passano dall’organico di fatto a quello di diritto - permetterebbero di rendere meno indigesta la mobilità a professori e sindacati, consentirebbero di partire per tempo con le assunzioni evitando di cominciare l’anno con cattedre vuote anche se i diverse regioni, soprattutto al Nord, mancano comunque i prof di ruolo a cui assegnarle: all’ultimo concorso c’è stato un boom di «bocciature» e dunque gli studenti avranno ancora dei supplenti anche per l’anno prossimo, ma almeno senza aspettare mesi.

Le preplessità

La risposta di Padoan in realtà è quasi pronta e arriverà al Miur nelle prossime ore: «Nessun ritardo replicano. La Ragioneria dello Stato ha finito «gli approfondimenti» che aveva annunciato al Miur. Le serie storiche dimostrano che le stabilizzazioni non portano di solito a risparmi: subito dopo servono nuovi supplenti e nuovi fondi. Facile immaginare la preoccupazione di nuove spese al Mef e le «perplessità» sulle assunzioni. Ed è altrettanto facile capire perché Fedeli vuole portare il caso scuola a Gentiloni che dovrebbe incontrare in settimana per discutere dei testi definitivi decreti previsti dalla delega della riforma che dovranno essere approvati prima di Pasqua.

I timori di perdere i 400 milioni

Ma il cruccio della ministra restano i 25 mila nuovi posti: per ragioni politiche, che in questi giorni di congresso del Pd fanno fibrillare il governo in uno scontro tra ministri politici e tecnici, gli uni più attenti al consenso gi altri ai conti, ma anche ragioni organizzative e pratiche: la Ragioneria dello Stato si starebbe orientando per dare l’ok a 8-10 mila nuove assunzioni. Il timore è che i 400 milioni finiscano tra le poste dei tagli ai ministeri, finora solo genericamente annunciati per evitare la procedura d’infrazione: il ministero dell’Istruzione ha avuto oltre tre miliardi aggiuntivi di spesa grazie alla mega stabilizzazione dei precari degli scorsi anni. In più questi nuovi posti «sono molto attesi nel mondo della scuola» e dai sindacati con i quali la nuova ministra ha ricucito i rapporti dopo il periodo burrascoso seguito all’approvazione della riforma.


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