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Scuola, 150 milioni in regalo alle paritarie

Il provvedimento firmato Lega è nel maxiemendamento alla legge di Bilancio

21/12/2018
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la Repubblica

Più soldi alle private e “solo carbone per le scuole statali”. Secondo la Rete della conoscenza “saranno 150 i milioni di euro regalati alle scuole private secondo il grande emendamento della Lega” alla legge di Bilancio. Il ministero dell’Istruzione, dichiara Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell'Unione degli studenti, “si prepara al Natale ed inizia già a dare i primi regali. Oggi con un grande emendamento della Lega si aumentano i finanziamenti alle scuole paritarie di 150 milioni di euro, sancendo definitivamente la morte della scuola pubblica”. Per il sindacato degli studenti, “solo un mese fa il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti dichiarava che la scuola pubblica dovesse scaldarsi con la legna che aveva, mentre ancora una volta si preferisce investire sui privati, lasciando alla scuola pubblica solo il carbone”.

Saranno le economie, continuano gli studenti, sull’Alternanza scuola-lavoro a finanziare (in parte) il maxi aumento per le paritarie. Nel triennio 2019/2021, secondo le tabelle ufficiali allegate al testo della legge di Bilancio approdata al Senato, l’intero comparto dell’istruzione scolastica vedrà assottigliare i finanziamenti di circa 4 miliardi di euro mentre per le scuole non statali è previsto un incremento di una decina di milioni di euro. L’aumento dei fondi in favore delle scuole paritarie tenta di salvare l’intero settore che, negli ultimi anni, ha visto un decremento costante delle iscrizioni. Nel quinquennio 2011/2012-2016/2017, le scuole paritarie hanno perduto oltre 157mila adepti: il 15% del totale.

Ma con quasi 100mila bambini in meno è la scuola dell’infanzia a dover segnare il peggiore risultato. In termini percentuali è invece la secondaria che perde di più: meno 24%. “La retorica della coperta troppo corta - conclude Giulia Biazzo – non sta più in piedi. Questo governo ci sta prendendo in giro con la retorica del cambiamento, ma quello che vediamo sono solo passi indietro, definanziamenti e repressione. L'Italia è tra le ultime nazioni in Europa su investimenti in istruzione, con una dispersione scolastica che supera il 33% in alcune regioni meridionali. Serve ripristinare i fondi tagliati dalla riforma Gelmini pari a 8 miliardi di euro”.
 


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