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Sciopero scuola: sit-in, cortei e «seri problemi alla didattica» I confederali: «Battaglia minore»

A Milano i maggiori disagi. Si spiega perché l’82% dei 6 mila assunti con clausola di riserva con sentenza del giudice sono stati immessi in ruolo proprio al Nord, dove c’è cronica mancanza di insegnanti. L’ipotesi della soluzione politica ha tempi lunghi

09/01/2018
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

«Tutto come previsto: lo sciopero di oggi sta creando seri problemi alla didattica, nel giorno del ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie, a causa dell’adesione da parte di un’alta percentuale di maestre e maestri della scuola dell’infanzia e primaria, come protesta massima contro la decisione del Consiglio di Stato di negare alle maestre e ai maestri precari con diploma magistrale ante 2001/02 di essere presenti nelle GaE»: canta vittoria il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, nella mattinata di sciopero proclamata dal suo sindacato insieme ai Cobas, ai Cub e al Sese, tutti sindacati di base. In realtà bisognerà aspettare i dati del ministero dell’Istruzione per capire quale sia stata l’adesione alla protesta, che è stata accolta tiepidamente dai sindacati confederali, convinti che sulla questione diplomati magistrali vada trovata una soluzione politica e che, in tempi di trattativa per il rinnovo del contratto, non fosse opportuno indire uno sciopero che riguarda una parte esigua del corpo insegnante. «Abbiamo chiesto all’Avvocatura dello Stato di darci le linee attuative della sentenza del Consiglio di Stato. Appena arriverà la risposta, convocheremo le parti e troveremo le soluzioni più idonee», assicura intanto la ministra Valeria Fedeli.

Di cosa parliamo? I diplomati magistrali immessi nelle Gae, le graduatorie ad esaurimento che danno diritto ad una cattedra, grazie ad un ricorso giudiziario sono in tutto 49 mila. Di questi solo 6 mila insegnano stabilmente, assunti con clausola di riserva: gli altri si dividono tra chi ha incarichi di supplenza annuale, incarichi parziali, e chi invece è a casa (alcuni di loro senza mai aver messo piede in un’aula di scuola). Secondo le stime della Cisl, le adesioni allo sciopero raggiungeranno al massimo la quota 20 mila (su circa 200 mila insegnanti di primaria e infanzia), considerando anche la solidarietà dei colleghi anziani. Insomma, un 2-3% del corpo insegnante, una minoranza sicuramente non in grado di creare quel «caos» preventivato dall’Anief. A bocciare la protesta pure il Garante per gli scioperi, che evidenzia come la proclamazione da parte dei Cobas dello sciopero della scuola «non sia conforme alla legge, come già segnalato in due occasioni a tale organizzazione sindacale il 28 dicembre ed il 3 gennaio». In particolare, risulta «violata la regola del preavviso di 15 giorni e il mancato tentativo di conciliazione presso il Ministero, trattandosi di motivazioni (la recente pronuncia del Consiglio di Stato in materia di titoli per l’insegnamento) diverse da quelle avanzate dalla sigla Saese, che per prima ha proclamato lo sciopero».

Il sit in viale Trastevere

«Siamo insegnanti non burattini», «la maestra non si tocca», «riaprire le Gae». Sono in centinaia davanti al ministero dell’Istruzione a Roma i docenti, tante le giovani donne, che protestano contro la «vergognosa» sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. Viale Trastevere è chiusa in parte (è stata lasciata libera soltanto una carreggiata) e i manifestanti convocati dai sindacati Anief, Saese e Cub, con l’adesione dei Cobas, sono saliti fin sulle scalinate del ministero. Tanti i cartelli di protesta e le bandiere, ma la situazione è assolutamente tranquilla e tenuta sotto controllo dalle forze dell’ordine. «No ai licenziamenti di massa», chiedono le maestre, preoccupate di una possibile fine del loro contratto: «Abilitate quando serve, licenziate quando conviene», ribadiscono a più voci.

Le adesioni maggiori a Torino e a Milano

A Torino in sciopero una maestra su duea Milano insegnanti in corteo hanno bloccato il traffico. A Cagliari sono 300 le maestre scese in piazza. Perché i disagi maggiori si sono verificati al Nord? Perché è in quelle regioni che mancano soprattutto insegnanti, a causa della mobilità straordinaria che ha riportato molti maestri e maestre al Sud. Tant’è vero che al Nord è assunto l’82% di quei 6 mila presi con clausola provvisoria, e che secondo le previsioni anche l’anno prossimo, per colmare i buchi, le scuole potrebbero essere costrette a pescare addirittura tra i laureandi. Mentre per gli insegnanti di scuole medie e secondarie sono stati previsti ben tre concorsi, che dovranno stabilizzare e portare in cattedra migliaia di insegnanti - i primi due saranno facilitati e snelliti per i precari, l’ultimo sarà destinato ai laureati- per quelli di scuole dell’infanzia e primaria la situazione è ancora piuttosto nebulosa. Ci sono 30 mila precari che aspettano di essere incanalati verso la stabilizzazione: tra loro anche molti laureati in Scienze della formazione primaria, che sottolineano l’importanza di garantire ai bambini insegnanti preparati.

Emma, maestra laureata: «I diplomati magistrali in cattedra e io faccio supplenze di un giorno»

E in più i diplomati magistrali entro il 2001/2002 che adesso rivendicano un ruolo. Va trovata anche per loro una soluzione politica, dice la Cgil. Ma i tempi non sono maturi: a Camere sciolte, fa notare la Uil, non c’è l’urgenza per un decreto legge. Bisognerà aspettare la prossima legislatura. Il ministero intanto ha garantito che non verrà licenziato nessuno fino a giugno per dare continuità alle lezioni: «Ma significa solo tamponare una situazione- sottolinea lo Snals- tra 4 mesi cosa succederà?».


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