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Scioperi a turno di un quarto d’ora a testa l’idea dei sindacati per fermare gli scrutini

Entro il 20 maggio il testo dovrà essere approvato alla Camera Non sarà posta la fiducia, ma ammessi solo 600 emendamenti.

14/05/2015
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Il Messaggero

o sciopero degli scrutini col passare delle ore sembra essere un’ipotesi sempre più concreta e l’ultima arma rimasta in mano ai sindacati dopo l’incontro di due giorni fa con il governo. Gli scrutini sono la fase di coronamento dell’anno scolastico e dell’ammissione ai vari esami di Stato e il loro ritardo può causare problemi evidenti non solo all’istituzione scolastica, ma anche agli studenti e alle famiglie. Bloccare gli scrutini è possibile ricorrendo allo strumento dello sciopero generale, convocato in concomitanza con i consigli di classe. È possibile ripetere lo sciopero per ben due volte, al terzo intervento il dirigente scolastico può in prima battuta precettare gli insegnanti e successivamente può indire uno scrutinio per il giorno successivo. Inoltre, secondo la normativa vigente, lo scrutinio deve essere bloccato e rimandato anche se un solo membro del consiglio di classe fa sciopero e il docente non può assolutamente essere sostituito. Secondo indiscrezioni i sindacati sarebbero pronti a ricorrere anche allo sciopero del quarto d’ora così da riuscire nell’intento di far saltare a turno il consiglio di classe.
LE REGOLE
Per la normativa è assolutamente legale fare uno sciopero di due giorni consecutivi durante gli scrutini finali (sono escluse solo le classi quinte delle superiori e le terze delle medie). Questa agitazione può comportare il rinvio di cinque giorni complessivi degli scrutini. I dirigenti scolastici, a cui spetta il dovere di sovraintendere i consigli di classe, possono comminare sanzioni se lo sciopero supera i due giorni (fino a 500 euro al giorno) e solo se dopo essere stati precettati con specifica ordinanza il personale docente prosegue nella protesta.Questa forma di protesta non è inedita, ma non è mai stata attuata in maniera unitaria. Secondo Tito Russo del direttivo dell’Flc Cgil del Lazio, allo sciopero degli scrutini «si è arrivati perché il governo dopo l’incontro del 12 Maggio ha generato un punto di non ritorno e sinceramente non ci soddisfano gli emendamenti elaborati dalla commissione cultura della Camera». Ma lo sciopero degli scrutini non è l’unico strumento che i sindacati stanno mettendo in campo, il 15 Maggio ci sarà al Pantheon un’assemblea aperta ai parlamentari e ai senatori per riflettere sulla riforma e il 18 e 19 Maggio (data in cui è prevista l’approvazione del Ddl “Buona scuola” alla Camera) è stato indetto un presidio permanente sotto Montecitorio con uno “speaker corner” a cui parteciperà tutto il mondo della scuola. Respinge al mittente le accuse la relatrice della riforma alla Camera, la democratica Maria Coscia che auspica «di discutere per una volta il merito della riforma e non le solite rivendicazioni strumentali. Abbiamo ascoltato circa 90 realtà che rappresentano il mondo della scuola, il frutto del lavoro che abbiamo fatto è perfettibile».
GLI STUDENTI
Continuano a piovere critiche dal governo anche dagli studenti, infatti durante l’incontro tra Governo e le realtà appartenenti al Forum delle Associazioni Studentesche, Martina Carpani dell’Unione degli Studenti ha denunciato il tentativo di strumentalizzazione da parte dell’esecutivo nei confronti degli studenti, che sono stati invitati dal ministro Maria Elena Boschi a non prestare il fianco aisindacati. Gli studenti si sono detti favorevoli allo sciopero degli scrutini, ultima possibilità di contrastare la riforma.
Massimiliano Coccia