#ScienceBulletChallenge: la 'secchiata di colpi' dei ricercatori precari d'Italia
L'iniziativa, che evoca le docce gelate per la sclerosi laterale amiotrofica, di un gruppo di giovani italiani. I dati: il 93% vive di contratti a tempo determinato o assegni di ricerca. E molti altri, quelli con le borse di studio, non sono nemmeno censiti
Vladimiro Polchi
ROMA - A far esplodere il primo proiettile è Patrizio Di Micco, trentuno anni, ricercatore del dipartimento di biochimica dell'università La Sapienza. Patrizio è al suo secondo anno di post dottorato e deve tutto a una borsa Telethon. La sua data di scadenza? Il prossimo dicembre.
#ScienceBulletChallenge è l'iniziativa lanciata da un gruppo di precari della ricerca pubblica italiana per denunciare le condizioni in cui versa il loro lavoro e la stessa ricerca. Per farlo hanno deciso di utilizzare "la leggerezza dell'ironia - spiegano - che da sempre contraddistingue i nostri momenti più amari". Il richiamo è all'#icebulletchallenge, fenomeno virale che ha permesso di raccogliere milioni a favore della ricerca contro la Sindrome Laterale Amiotrofica (Sla).
Ma ci sono anche quelli fuori statistica che, invece di un contratto, hanno solo borse di studio. Borse che portano decine di ricercatori a convivere con una situazione fatta di zero contributi, zero malattia, zero maternità. Non a caso, stando al rapporto, il 73,1% del campione preso in considerazione non ha figli nonostante l'età media di 35 anni e nonostante il 57% sia rappresentato da donne.
I colpi alla ricerca. "Una pioggia di colpi (bullet) si è abbattuta negli anni sulla ricerca pubblica - scrivono i ricercatori - in assenza di politiche statali adeguate, gli unici sostenitori sono diventate le fondazioni e altri soggetti privati. E se da un lato siamo felici che ancora ci sostentiamo, dall'altro la trappola della deregolamentazione ci vede costretti a vivere senza diritti. In moltissimi casi a lavorare senza assicurazioni sul lavoro. E non è finita. Ogni riforma universitaria è pensata in chiave di smantellamento. E ogni pezzo che viene smantellato è un 'bullet' alla ricerca pubblica".
I video online. In questa situazione #ScienceBulletChallenge prova a riportare l'attenzione sullo stato della ricerca pubblica in Italia. Tutto attraverso dei video online: "La sfida, lanciata tra ricercatori consiste nello sparare qualsiasi tipo di bullet si desideri per mostrare all'intero Paese come, colpo dopo colpo, si stiano 'facendo fuori' i ricercatori".