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Sbagliato sostituirsi ai maestri

Tre domande a Simona Tirocchi, sociologa dell'educazione all'Università di Torino.

31/08/2020
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La Stampa

Tre domande a Simona Tirocchi, sociologa dell'educazione all'Università di Torino.

Al di là dell'entusiasmo di chi la pratica, la soluzione homeschooling non convince gli esperti come Simona Tirocchi, sociologa dell'educazione all'Università di Torino.

l1I genitori possono essere anche scuola?

«Famiglia e scuola hanno funzioni diverse: quest'ultima è fondamentale per l'ingresso nel mondo del lavoro e per l'apprendimento dei ruoli sociali. È importante pensare a scuola e famiglia in un'ottica di collaborazione».

l2In che modo la scuola svolge questa funzione?

«Il ruolo educativo dell'insegnante è irrinunciabile, così come sono insostituibili gli spazi e i tempi della scuola, che ne fanno un contesto unico, in cui i ragazzi, oltre ad acquisire nozioni e contenuti, possono confrontarsi continuamente con i loro insegnanti, con il dirigente, con gli operatori scolastici, e con il gruppo dei pari. Pensiamo, ad esempio, all'importanza del momento dell'intervallo e alla sua valenza di socializzazione».

l3È ancora valido dopo il Covid e i mesi di didattica a distanza?

«Anche a fronte di queste difficoltà, la scuola può continuare a fornire risposte convincenti. Luoghi, tempi e contenuti sono stati ridefiniti con fatica e impegno, e la relazione educativa è stata comunque garantita grazie alla capacità di adattamento e alla flessibilità dimostrate da insegnanti e ragazzi. Se la didattica online può essere risultata non del tutto inclusiva, a partire dalle carenze di connessione, lo homeschooling sarebbe ancora più rischioso, perché di fondo elitario e non alla portata di tutte le famiglie: qualora il genitore non si possa occupare dell'istruzione del bambino, dovrà pagare un altro per provvedere. Inoltre è concreto il pericolo che l'educazione casalinga ricada nella sfera delle donne, contribuendo a rendere ancora più profonde le disuguaglianze di genere». a. ric. —