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Salvi Expo e scuola, a rischio le biblioteche

AUSTERITÀ Bloccati 570 milioni di tagli

15/05/2013
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il manifesto

Detto e, apparentemente, fatto. La commissione Bilancio alla Camera sembra avere ascoltato l'aut aut che il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva posto a se stesso durante un'intervista a «Che tempo che fa» con Fabio Fazio: «se ci saranno nuovi tagli alla scuola - aveva detto - mi dimetterò». Il lieto annuncio lo ha dato Marco Causi, relatore Pd del provvedimento che dovrà tagliare le risorse all'editoria, all'8 per mille, alla cooperazione e allo sviluppo per coprire i costi del Dl sui debiti della Pubblica Amministrazione con imprese e enti locali. «È un'ottima notizia - ha confermato il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, sul suo profilo facebook - che conferma l'attenzione di questa maggioranza nei confronti della scuola, della ricerca e dell'università». Il taglio lineare da 570,45 milioni di euro avrebbe colpito nel 2015 l'Expo di Milano, la scuola, l'università e la ricerca. Queste ultime potranno contare su 137 milioni di euro, rispettivamente 75, 47,5 e 13,5.
Passata l'euforia iniziale, si è compresa meglio la natura della notizia. In primo luogo, c'è stato qualcuno - il governo Monti - che ha pensato di tagliare all'istruzione fondi per «far ripartire l'economia», «dare ossigeno alle imprese». La logica è sempre quella del gioco della coperta corta: si taglia nei settori «più sociali» per pregare le imprese di prendere ossigeno prima di tornare ad aspirare alla canna del gas. In secondo luogo, il governo Letta si compiace oggi per un emendamento che annulla i tagli previsti nel 2015, ma nel programma dei fatidici «100 giorni» non è riuscito a citare nemmeno un'idea su come recuperare i 300 milioni di euro tagliati al Fondo Ordinario di Finanziamento degli atenei dalla legge di stabilità di Monti. Gli studenti della Rete della Conoscenza ricordano che non c'è stata una parola, fin'ora, su come rifinanziare il fondo per il diritto allo studio che nel 2014 prevede 14 milioni contro i circa 270 di quattro anni fa.
Del resto, sono in molti a sostenere che bisogna accontentarsi di un governo che parla al futuro anteriore in un mondo dove può poco o nulla. Sempre meglio degli occhiali blu elettrico della Gelmini o del sorriso imbarazzato di Profumo. Ma si dà purtroppo il caso che i tagli all'università e alla scuola (all'incirca 10 miliardi di euro) resteranno tutti, e continueranno quelli all'Istituto Centrale del Catalogo Unico (Iccu) delle biblioteche italiane. A questa rete aderiscono oltre 5 mila biblioteche e permette la consultazione online dei cataloghi a oltre 5 milioni di visitatori ogni anno. Il catalogo vanta 12 milioni di titoli, più di 35 milioni le pagine visitate. I tagli hanno quasi dimezzato il bilancio dell'Iccu e il ministero dei beni culturali ha annunciato un taglio del 15% sui fondi. Il personale (ridotto da 90 unità nel 2007 alle attuali 43) ha comunicato che cesserà la manutenzione della rete. L'Italia, da sempre all'avanguardia nell'informazione bibliografica, oggi rischia di perderla per sempre, sacrificata sull'altare dell'austerità. Il premier Letta rischia di pentirsi presto del solenne impegno preso in diretta tv. ro. ci.


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