Saluti, proteste e incognite nell’ultimo giorno di scuola
Le linee guida definitive sono attese in settimana, ma finora ci sono state solo ipotesi
VAlentina Santarpia
Roma Interno giorno, le maestre Emanuela e Antonella salutano dallo schermo del computer i bambini della terza D della scuola De Gasperi di Roma: «Siete stati bravissimi, una grande classe, siamo state veramente felici di lavorare con voi». Scappa qualche lacrimuccia, nonostante la lontananza fisica. L’ultimo giorno di scuola ai tempi del Covid è stato anche questo.
«Mai nella storia dell’Italia repubblicana si era vissuta una tale emergenza e una chiusura così prolungata di tutte le istituzioni scolastiche», sintetizza l’ex ministra Maria Stella Gelmini (FI). E così anche il rito della chiusura dell’anno ha completamente cambiato tono. Rimpatriate nei parchi, gavettoni a distanza, chat impazzite, molta malinconia sfogata sui social e anche un po’ di rabbia. Per quella scuola che sembra non aver risposto per tempo all’emergenza: almeno così dicono i sindacati, che proprio ieri sono scesi in piazza (ma solo lo 0,5% del personale ha aderito, fa sapere il ministero dell’Istruzione), rispettando le misure di distanziamento e sicurezza, per protestare.
Le discussioni
Le critiche che piovono sul governo da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals sono tante: dalla mancata stabilizzazione dei precari, che secondo le loro stime porterà 200 mila supplenti in cattedra, al potenziamento degli organici di prof e Ata, perorato invano. Sul piatto delle richieste insoddisfatte anche le modifiche per togliere responsabilità ai presidi sulla manutenzione degli edifici e un concorso riservato agli amministrativi. Ma, soprattutto, i sindacati, supportati dai rappresentanti degli studenti, lamentano ritardi e dubbi sul rientro a scuola a settembre.
Il piano
Le linee guida definitive sono attese in settimana, ma finora ci sono state solo ipotesi, dalla riduzione di orario al plexiglas per distanziare i banchi, mai smentite né confermate del tutto. Oggi è attesa l’audizione del capo della task force di esperti del ministero, Patrizio Bianchi, in commissione Cultura alla Camera. E la ministra Azzolina, su Facebook, ha chiarito che «nessuno del Comitato tecnico-scientifico, e tanto meno qui al ministero, ha mai immaginato di chiudere gli studenti dentro cabine di sicurezza» e ha assicurato che si tornerà alla normalità «trovando il giusto bilanciamento tra due diritti sacrosanti, quello dell’istruzione e quello della salute».
La didattica online
Ma l’esasperazione, anche da parte delle famiglie, è alta. La didattica a distanza, un «modello che ci ha permesso di salvare l’anno scolastico», sottolinea Azzolina, ci ha anche «mostrato le criticità del sistema educativo», come rileva il presidente dell’associazione presidi, Antonello Giannelli. Tant’è vero che Gabriele Toccafondi (Iv), arriva a dire: «Lo sciopero lo dovrebbero fare i genitori più che i sindacati della scuola». La stessa ministra ammette che si è trattato di un anno «del tutto straordinario, che ci ha messo alla prova». E che non si è in realtà ancora del tutto concluso.
La maturità
Perché lunedì 15 giugno alle 8.30 inizieranno ufficialmente i lavori dell’esame di maturità con la prima riunione plenaria della commissione d’esame. Verrà estratta la lettera da cui partiranno gli orali — unica prova rimasta quest’anno — e subito dopo verrà reso noto il calendario dei colloqui, che partiranno mercoledì 17. All’appello mancano circa 1.000 presidenti di Commissione ma gli Uffici scolastici contano di chiudere la partita a giorni. Sarà il primo vero banco di prova.
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