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Ruolo del preside e numero dei precari Tutti i punti caldi della trattativa

L’ipotesi di un intervento sull’assunzione dei docenti che hanno avuto l’idoneità nel 2012

06/05/2015
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Corriere della sera

Roma «Continueremo ad ascoltare tutto il mondo della scuola. Anche dopo lo sciopero». E per cominciare il superpreside dal potere assoluto, uno dei punti cardine della riforma tanto temuto dai manifestanti ieri in piazza, ogni giorno diventa un po’ meno super e un po’ più «collegiale». La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini parla di «leader educativo». I lavori in commissione Istruzione e Cultura alla Camera lo continuano a ridimensionare. Anche se proprio ieri il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ribadiva: «Sul ruolo del preside-sindaco il governo non torna indietro».
Collegialità
Intanto però non sarà più un uomo solo al comando, o almeno non del tutto. Collegio docenti, consiglio di istituto formato da rappresentanti di studenti e genitori: con loro il dirigente scolastico dovrà pensare il Pof, il piano di offerta formativa triennale della sua scuola e saranno loro a doverlo approvare. E ogni anno lo rivedranno insieme con il Piano di miglioramento. «Perché è vero che serve una figura responsabile nella scuola, ma la scuola è anche e soprattutto collegialità», spiega Maria Coscia (Pd), relatrice del disegno di legge della Buona Scuola. E pure la ministra Giannini sottolinea: «Si vuole dare al preside la responsabilità funzionale che ha e che deve avere in maniera formale e in maniera anche riconoscibile e valutabile».
Ma certo, il tema fa molto discutere, non solo nelle piazze, ma anche dentro la stessa commissione e tra gli stessi parlamentari pd. Perciò si «ammorbidisce» il testo licenziato dal governo Renzi quasi due mesi fa. «Anche io non ero d’accordo su tutto quel potere», confida ora una deputata pd.
E aumentano i «ripensamenti». Come i 200 milioni di euro ogni anno a disposizione dei presidi per premiare i professori più meritevoli. Nella sua prima versione, il ddl prevede: «Il dirigente scolastico, sentito il consiglio di istituto, assegna annualmente la somma al personale docente». Ora si va verso un nucleo di valutazione composto dal preside ma anche da alcuni docenti e forse anche da studenti e genitori. Modifica già molto criticata dai sindacati: «Gli studenti che valutano i loro prof? Assurdo». Tant’è. Potrebbe essere sempre un comitato interno (ma la discussione è ancora all’inizio) a valutare poi l’operato dello stesso preside, il cui incarico durerà tre anni. Studenti, genitori e prof gli darebbero il voto. Ma poi ci saranno anche gli ispettori inviati dal ministero dell’Istruzione.
Chiamata diretta
Altra modifica in corso riguarda gli albi territoriali, quelle liste da cui i dirigenti possono scegliere i prof più adatti per la loro scuola. Nella nuova versione del testo i presidi non li «scelgono» più, ma li «individuano». «Qui si gioca con le parole», accusa Massimo Di Menna, Uil Scuola. Ma certo la forma può diventare sostanza se, come si sta pensando, la scelta diventa un’azione collegiale, fatta dal preside con il suo staff, «in un’ottica sempre più oggettiva». Per quanto riguarda poi la «chiamata diretta» degli insegnanti negli albi territoriali la scelta dovrà essere fatta in base al curriculum. Ma Elena Centemero (Forza Italia) propone di aggiungere nero su bianco dei «criteri uniformi che valgano per tutti, indiscutibili e obiettivi». Non è escluso un passo in avanti anche qui.
Precari
Per la stabilizzazione dei precari, il numero resta quel 100.701 del ddl. Ma lo stesso Renzi ieri ha parlato di «temi aperti, come l’assunzione di alcune categorie di precari». Si pensa agli idonei al concorso 2012: sono circa duemila, per il ddl non possono essere assunti, «perché — disse Renzi — idoneo non significa vincitore». Ma in commissione qualcosa può cambiare. Potrebbero avere una quota riservata al concorso del 2016 o essere assunti magari più in là. Altra modifica pd è l’età per i contratti dell’apprendistato: sul ddl era 15 anni, è stata fissata a 16, «almeno si finisca la scuola dell’obbligo». Ieri è stato approvato anche l’articolo 5 sulla scuola digitale: definita la figura di un docente responsabile che con un tecnico coordinatore si occuperà di profili digitali degli studenti, libri elettronici, formazione dei docenti. «Se il tema è “fermatevi, non fate nulla” — dice Faraone — non lo faremo mai, ma stiamo ascoltando e modificando sostanzialmente il provvedimento che è molto diverso da quello proposto originariamente dal ministro Giannini».
Claudia Voltattorni

 


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