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Roma, la protesta dei docenti: «Basta con la propaganda sulla riapertura delle scuole»

Sul sito del Manifesto sono centinaia le firme dei docenti che chiedono al governo serietà e capacità per riaprire in sicurezza. La "mozione pubblica" del liceo Tasso è stata sostenuta dal Dante, dal Benedetto da Norcia, del Democrito, del Virgilio o del Peano e molti altri prof

03/01/2021
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il manifesto

Roberto Ciccarelli

A POCHI giorni dal rientro a scuola a Roma e nel Lazio è questa la situazione descritta dall’appello dei docenti del liceo Tasso pubblicato sul sito de Il Manifesto il 28 dicembre (ilmanifesto.it/lettere). Da quel momento stanno arrivando centinaia di adesioni da molti istituti della Capitale, mentre si sono uniti alla «mozione pubblica» i docenti dei licei Dante Alighieri, Benedetto da NorciaDemocrito, il liceo Peano di Monterotondo.

«SIA I DOCENTI che gli studenti vogliono rientrare a scuola, ma per rimanervi sino alla fine dell’anno scolastico che ha una sua scansione precisa e definita», «i turni prospettati sono inapplicabili e controproducenti», «l’auspicio è che la tanto sbandierata “centralità della scuola” diventi reale e non solo l’effimero baluardo propagandistico» scrivono i docenti del Tasso.

«NONOSTANTE il meritevole screening dell’Asl Roma 5 per alunni e famiglie- scrivono i docenti del Peano- lo si è reso scarsamente significativo per l’esclusione del personale scolastico».

Alcuni docenti del liceo Virgilio di Roma evidenziano una realtà che appare trascurata in questi giorni. Il governo ha organizzato tavoli tra prefetti e uffici scolastici regionali per stabilire, zona per zona, un piano trasporti e orari scaglionati. Il problema è che non sono state coinvolte le scuole nella loro autonomia, quelle che conoscono le esigenze degli studenti e i loro problemi concreti: “E’ necessaria una maggiore autonomia degli istituti”, scrivono.

«NON SI ERA DETTO “la scuola al primo posto”? La scuola è l’”ultima ruota del carro” e queste rigide norme prescrittive, facendosi beffe dell’autonomia scolastica, lo rendono più che evidente» aggiungono i colleghi del Dante. «I veri problemi della scuola sono: spazi, personale e diminuzione del numero degli alunni per classe».


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