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Ristrutturazioni da 500 mila euro ma la scuola è crollata lo stesso

Il Capranica di Amatrice è andato distrutto per metà e andrà abbattuto, la Procura indaga sull’intervento antisismico del 2012. La preside: “230 ragazzi senza classe, spero che le famiglie non scappino”

26/08/2016
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la Repubblica

Corrado Zunino

AMATRICE.
I due piani a sinistra, nel loro giallo ocra ritinto di fresco, sono in piedi. Le cinque classi delle scuole elementari, le tre sezioni delle medie, le superiori con il liceo scientifico sperimentale (questo realizzato nel 2015, l’altro ieri, ha solo dodici alunni). Dentro è il caos, ma sono in piedi. A destra, che poi è lo stesso edificio, sono venute giù le tre sezioni della scuola dell’infanzia, gli uffici della presidenza e le segreterie. Computer scoppiati, registri perduti. La scuola di Amatrice, la omnicomprensiva Romolo Capranica che raduna 230 studenti e alunni da 68 frazioni e poi sessanta docenti che in questa area di confine ogni anno cambiano, italiano, matematica, sostegno, è già il simbolo scandaloso del terremoto tra la Salaria e il Tronto. Come il campanile della chiesa di San Francesco ad Accumoli, la scuola era stata rifatta, ristrutturata, rinforzata. Contro i terremoti che assediano l’Appennino centrale.
Dopo Colfiorito, gli affreschi di Assisi sgraziati dalle scosse, dopo la tragedia dell’Aquila, ecco, anche Amatrice era stata resa antisismica. Molti edifici. E la sua scuola che trattiene al Velino famiglie che vorrebbero scappare dalle montagne, vorrebbero andare a Roma, sull’Adriatico.
Eppure è venuta giù, con i sei gradi della scala Richter sussultori e ondulatori. A sinistra la scuola si è sbriciolata, a destra si è solo definitivamente lesionata. Ora è da abbattere e ricostruire. Ieri pomeriggio la scossa numero trecento, alle 14 e 30, ha dato l’ultimo schiaffo: un nuovo crollo. E adesso la procura di Rieti ha aperto un’indagine. Chiede (e contesta): come possono crollare edifici, e campanili e scuole, rifatti di recente secondo la normativa anti-sismica?
Già. Dopo la tragedia di San Giuliano di Puglia - terremoto nel Molise del 2002, 37 morti in una classe - si approntarono i capitolati per i decreti preventivi. Ci sarebbe voluta la bomba del 2009, L’Aquila, qui dietro, per attuarli e far arrivare denaro pubblico alla montagna del Reatino, del Piceno. E finanziamenti per mettere in sicurezza la scuola di Amatrice.
La preside Maria Vincenza Bussi, tra cinque giorni in pensione, ricorda bene quel 13 settembre 2012, quando le istituzioni riconsegnarono pubblicamente la scuola dopo due mesi di lavori estivi. Erano costati 511 mila euro, quando l’accordo di programma ne prevedeva 200 mila, realizzati dall’azienda Consorzio Stabile Valori di Roma. Soldi del ministero dell’Istruzione, istruiti dalla Regione Lazio e gestiti dal Comune di Accumoli, sentita la Provincia di Rieti.
Disse allora il sindaco, Sergio Pirozzi, oggi ancora primo cittadino e allenatore nella serie D romana: «Si è provveduto alla fasciatura di tutti i pilastri con fibre di carbonio, il rinforzo tradizionale dei pilastri centrali, la messa in sicurezza delle tamponature esterne e delle tramezzature interne, la realizzazione dell’impianto di riscaldamento a pavimento, la sostituzione di tutti gli infissi, il rifacimento dei pavimenti e degli intonaci, l’ammodernamento dei bagni e la completa tinteggiatura interna ed esterna. Riconsegniamo alla cittadinanza e ai suoi studenti un edificio sicuro». Quattro anni dopo, le macerie.
Ieri il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, si è arrampicato dicendo: «L’edificio in realtà non è crollato, è solo lesionato». Poi, però, i suoi uomini hanno chiesto spiegazioni su chi ha fatto i controlli, chi ha dato il placet. I tecnici del Comune, il Genio civile. Il vicepresidente della Regione Massimiliano Smeriglio ha detto ancora: «È eclatante che la scuola rinforzata sia venuta giù ed è giusto che la procura verifichi la bontà dei lavori, ma non concentriamoci sulle polemiche, questo è il momento per ripartire ».
Il sindaco Pirozzi, giustificando le parole di allora, ha aggiunto «una parte della scuola è crollata, ma sono crollate tante cose. Come sindaco so cosa ho fatto, è giusto però che ci siano le indagini».
Sono partite le raccolte di fondi, dell’associazione presidi e dell’Unitalsi, per ricostruire l’istituto omnicomprensivo Romolo Capranica. Ad oggi, però, non si sa dove sistemare i suoi 230 studenti. «Speriamo che molte famiglie non scappino », dice la preside che per 40 anni ha servito scuole della zona e del cratere. «L’attività amministrativa è paralizzata, è difficile che il 13 settembre si possa partire. Le scuole inagibili nella vallata sono tante, troppe».
Attorno all’istituto di Amatrice sono rimasti in piedi i muri. Regalano perle preadolescenziali. Hanno scritto gli studenti più piccoli: «Quando insegnano gli uomini imparano». Sì, «i miei pensieri e i tuoi si sono stretti la mano, in due si pensa meglio e si va più lontano».

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