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Rispuntano le fasce di merito

BUONA SCUOLA/Nuove figure, i mentori e docenti di staff. Decisivo il placet del dirigente

03/03/2015
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ItaliaOggi

Solo il 30% delle risorse finora utilizzate per gli aumenti legati all'anzianità di servizio sarà destinato a valorizzare l'esperienza acquisita sul campo. Il restante 70% servirà anzi tutto per retribuire i docenti mentori e i docenti di staff. E quello che rimarrà sarà assegnato, una volta ogni tre anni, ai rimanenti docenti. Non a tutti però. Per avere diritto agli incrementi retribuitivi bisognerà superare una sorta di concorso interno per soli titoli, davanti a un comitato di valutazione presieduto dal dirigente scolastico, da un ispettore (o da un altro dirigente scolastico), da due docenti mentori (sul versante formasione e valutazione) e un docente di staff (profilo organizzativo). È quanto si evince dalla bozza del provvedimento, ancora da decidere ieri se decreto legge o disegno di legge delega, sulla Buona Scuola, atteso oggi al consiglio dei ministri. Comunque anche tra coloro che supereranno la selezioneci saranno delle gerarchie.

Gli aumenti, infatti, saranno suddivisi in 3 fasce. Chi sarà collocato nella prima fascia otterrà un aumento pari al doppio di coloro che si collocheranno nella terza fascia. Chi, invece, arriverà in II fascia, otterrà un aumento pari a una volta e mezza l'importo dei docenti di III fascia. In ogni caso, il meccanismo è concepito in modo tale «da far sì che le risorse disponibili non siano sufficienti ad attribuire a tutto il personale » la I fascia. E in ogni caso il meccanismo di calcolo della suddivisione in fasce è stato pensato «così che le risorse disponibili siano superiori a quelle occorrenti nell'ipotesi di assegnare a tutto il personale tali fasce». In altre parole, si dà per scontato che quelli bravi non possano essere superiori all'80% dei docenti in servizio. In ciò introducendo una sorta di presunzione di non bravura pari al 20%. E in tale 20% si distingue tra quasi bravi e sufficienti. Un sistema che ricorda quello delle fasce di merito introdotte dall'ex ministro Renato Brunetta e mai applicato nella scuola. Fermo restando che una parte delle risorse assegnate rimarrà comunque non spesa e sarà versata nel fondo per il miglioramento dell'offerta formativa.

Quanto al calcolo dei singoli importi da destinare alle 3 fasce, la bozza di decreto prevede l'importo della I fascia sarà pari al totale delle risorse diviso l'80% del numero dei docenti. La seconda fascia, al totale diviso il 120%, sempre del numero dei docenti. Infine la terza al totale diviso il 150% dei docenti. Chi non supererà il concorso non avrà nulla e sarà sottoposto a visita ispettiva.

Per quanto riguarda i docenti mentori e i docenti di staff, l'articolato prevede che essi non potranno eccedere, come numero, il 15% dell'intero organico. E in ogni caso dovranno essere retribuiti con un importo pari a non meno del 10% dello stipendio fondamentale. Sia i docenti mentori che i docenti di staff saranno designati direttamente dal dirigente scolastico. Il provvedimento contiene alcune norme di indirizzo circa i criteri per designarli. Che però non sono tassativi. E comunque non è previsto un concorso interno, ma una mera designazione discrezionale del dirigente. In particolare, la riforma Renzi quando fa riferimento ai relativi incarichi, parla espressamente di nomina ed eventuale revoca. Il che rafforza la tesi del criterio del previo gradimento personale del dirigente ai fini della copertura della carica.

La natura fiduciaria degli incarichi emerge anche dal fatto che l'eventuale trasferimento ad altra scuola comporta automaticamente la cessazione dell'incarico. Quanto ai pilastri della valutazione (è così che si chiama il concorso interno per avere gli aumenti) la norma li indica in tre elementi: autovalutazione annuale del docente; qualità della didattica, percorso professionale anche in relazione all'organizzazione e alla progettualità della scuola. Il primo si baserà sui risultati raggiunti dagli alunni, compreso il gradimento degli alunni e dei genitori. Il secondo sulla frequenza ai corsi di formazione obbligatori. I docenti che non superano il vaglio per due volte consecutive saranno soggetti a «specifiche procedure di verifica».


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