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Rischi e vantaggi delle due materie «Adattare la didattica»

Gardini: sarà più facile capire il contesto della versione.Un docente ligure: «Poche ore di fisica, solo il 2% degli alunni risolve le simulazioni»

19/01/2019
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Ormai la chiamano tutti «prova mista», e già solo a sentire la definizione vengono i brividi. Il punto è che la prova latino-greco al liceo classico e quella matematica-fisica al liceo scientifico hanno ancora tratti non del tutto chiari, che potranno rivelarsi più o meno difficili in base a come verranno declinati. Partiamo dalla versione, che si modernizza: sarà un testo in prosa corredato da informazioni sull’opera, preceduto e seguito da parti tradotte. Nella seconda parte ci sarà il confronto con un testo nell’altra lingua (se la versione è in latino, il testo sarà greco e viceversa). E in più tre quesiti relativi alla comprensione, interpretazione e collocazione storico-culturale dei brani.

«In apparenza, non è male — commenta il latinista Nicola Gardini — perché il brano estrapolato e buttato sotto gli occhi degli studenti dal nulla può creare smarrimento, o comunque presuppone una confidenza con la lettura nelle lingue originali che la scuola non è mai stata in grado di dare. Per cui ripensare l’istruzione delle lingue antiche in termini più critici, comparativi, è giustissimo. Ma — e qui arriva il monito — non so se i ragazzi saranno sufficientemente preparati: perché va bene riformare l’esame, ma va riformato anche il modo di insegnare la materia. Altrimenti questa prova diventa un fantasma inutile». Anche per Luciano Canfora la prova mista può essere un’ottima cosa, «se fatta sul serio: magari i ragazzi potrebbero entrare alle 8 e finire intorno alle 20, e integrare anche con il sanscrito, che allarga gli orizzonti», scherza il filologo, storico e saggista. «È ovvio che è fatto tutto con grande spirito di serietà, ma un po’ prescinde dalla situazione specifica, dal grado di conoscenza degli insegnanti, dal livello medio degli studenti, dall’abitudine». Il timore? «Che una cosa che si presenta nobile si trasformi in un’esecuzione al ribasso».

È tutto fatto con serietà, ma un po’ prescinde dal livello dei docenti e degli studenti, e dall’abitudine

Anche la prova di matematica e fisica innesca una serie di perplessità tra gli studiosi: prevederà 4 quesiti a cui rispondere (tra 8 proposti) e un problema (scelto tra due possibilità) da risolvere. Contro questa prova è stata lanciata una petizione: «Alla fisica sono dedicate 13 ore settimanali, alla matematica 22, nel percorso quinquennale — spiega Domingo Paola, uno dei promotori, professore di matematica e fisica al liceo Giordano Bruno di Albenga —. E poi, se dobbiamo basarci sulle simulazioni del Miur, neanche il 2% dei ragazzi sarebbe stato in grado di superarle». Timori eccessivi, secondo Claudio Bernardi, docente di didattica della matematica alla Sapienza: «Credo che la prova sia affrontabile e che non dovrebbe destare eccessiva preoccupazione». Perplessità sulle modalità le solleva il professor Paolo Francini, del liceo matematico Tullio Levi Civita di Roma: «Bisognerà vedere come verrà realizzata. Gli esempi prevedevano l’integrazione di matematica e fisica negli stessi problemi. E quindi a quel punto sembrava una prova di fisica, nella quale inevitabilmente ci sono calcoli matematici. Il discorso cambia se si realizza una prova con parti differenziate, una ascrivibile alla matematica, una alla fisica».

Credo che la prova con matematica e fisica sia affrontabile,non dovrebbe destare eccessiva preoccupa-zione

Dello stesso parere il fisico Giovanni Organtini: «La formula migliore sarebbe avere un terzo degli esercizi di fisica pura, un terzo di matematica pura e un terzo misti. Capisco le perplessità degli insegnanti ma la fisica fa parte del bagaglio che uno studente dello scientifico deve avere, e da qualche parte bisognava pur cominciare».

La fisica fa parte del bagaglio che uno studente dello scientifico deve avere, bisognava pur cominciare


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