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Riforma Scuola. ultimi aggiustamenti sotto l'ombra dello sciopero dei docenti

temi più spinosi sono tre: i poteri extra large dei capi d’istituto, la valutazione dei neo immessi in ruolo e dei docenti meritevoli, il piano straordinario da 100mila assunzioni che dovrebbe fare decollare una volta per tutte l’autonomia scolastica

05/06/2015
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Qualche altro aggiustamento e la riforma della scuola sarà presto legge. Mentre i docenti affilano le armi in vista degli scrutini, la riforma Renzi-Giannini procede il suo iter parlamentare in seconda lettura. In prima lettura alla Camera sono stati limitati i superpoteri dei dirigenti scolastici, sono stati riacciuffati per i capelli gli idonei del concorso a cattedre del 2012, ma è caduto il finanziamento da parte dei contribuenti – il 5 per mille – a favore delle scuole statali. E per fare in tempo in vista dell’avvio dell’anno scolastico occorrerà scremare e votare in fretta gli oltre 2mila e 200 emendamenti presentati in questi giorni. Perché per procedere alle assunzioni di oltre 100mila docenti entro il primo settembre occorre organizzare la complessa macchina scolastica.

Intanto, la chiusura dell’anno scolastico dovrà fare i conti con lo sciopero degli insegnanti durante le valutazioni di fine anno, esclusi gli scrutini delle classi terminali che vanno agli esami. E per evitare la conta tra governo, opposizioni e minoranza Dem a Palazzo Madama – dove i numeri per l’esecutivo sono piuttosto risicati – il disegno di legge sulla Buona scuola vedrà quasi certamente altre modifiche. Saranno le riunioni dei prossimi giorni tra gli esponenti di spicco del Partito democratico e del governo a dare le indicazioni sulle modifiche da apportare all’articolato. Ecco quelle più probabili. I temi più spinosi sono tre: i poteri extra large dei capi d’istituto, la valutazione dei neo immessi in ruolo e dei docenti meritevoli, il piano straordinario da 100mila assunzioni che dovrebbe fare decollare una volta per tutte l’autonomia scolastica.

Ed è proprio su questi tre aspetti che si concentrano il grosso degli emendamenti presentati da tutte le parti politiche. Per il primo punto dovrebbe arrivare la modifica della composizione del Comitato di valutazione, che occorrerà istituire in ogni scuola. Attualmente, è prevista la presenza, oltre che del dirigente scolastico, anche di due docenti eletti dal collegio dei docenti e di due genitori. Presenza esterna che al superiore diventa di un genitore e uno studente, ma che al senato dovrebbe essere cancellata. A valutare gli insegnanti dopo l’anno di prova saranno gli stessi docenti interni alla scuola e il capo d’istituto. Stesso discorso per i premi ai docenti migliori: sarà il preside, sulla base dei criteri individuati dal Comitato così modificato, ad individuare gli insegnanti meritevoli. Lavori in corso anche sugli albi territoriali, dove verranno collocati i 100mila nuovi assunti in attesa della chiamata diretta dei presidi.

Alcuni rumors prevedono il rinvio al prossimo anno – il 2016/2017 – l’avvio degli albi territoriali con chiamata diretta da parte dei capi d’istituto. Ergo: i 100mila del piano straordinario saranno assunti dagli uffici scolastici regionali e dagli ex provveditorati ed assegnati per un anno alle scuole. Infine, i destinatari dei contratti a tempo indeterminato. Tutti sanno che si tratta dell’ultima chance per molti. Alla porta del premier bussano da giorni i precari di seconda fascia – tra cui circa 60mila con tre o più anni di supplenza alle spalle, rientranti nella sentenza dalla Corte di giustizia europea,

che lo scorso novembre ha connato l’Italia per abuso di precariato nella scuola – che hanno i titoli Pas e Tfa – per insegnare. Per questi ultimi si potrebbe aprire uno spiraglio a Palazzo madama. Evitando migliaia di ricorsi al giudice del lavoro e un diluvio di risarcimenti.


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