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Riforma Its, modifiche al Senato

La Flc-Cgil: forti criticità. Anp: più orientamento e qualità

14/09/2021
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Varata dalla Camera a luglio, la riforma degli Its (istituti tecnici superiori post diploma), inizia a breve il proprio percorso Senato, dove sono attese alcune modifiche, sulle quali interverrà anche il ministero dell'istruzione. Tre i punti rilevanti su cui è al lavoro ministero dell'istruzione in prospettiva dei 10 decreti previsti dalla riforma che il dicastero dovrà attuare ribaditi dal titolare dicastero Patrizio Bianchi, martedì, nell'audizione alla Commissione Cultura della Camera: «Massimo coordinamento tra questa riforma e le altre riforme del Pnrr», senza produrre sopravvalutazioni; precisare il «rapporto Its e sistema universitario»; «salvaguardare autonomie Its e loro natura di fondazioni di diritto privato, ma rafforzare di più il carattere nazionale di questa offerta come parte fondante dell'offerta formativa del Paese». Evitando, quindi, il proliferare degli Its.

Già sul piede di guerra la Cgil nazionale e la Fcl-Cgil: «esprimiamo forti criticità sulla proposta di legge di riforma e chiediamo profonde modifiche». Indicando una strategia in 10 proposte per il riordino del sistema.

Bocciato, in particolare, l'affidamento agli Its della intermediazione di manodopera, «poiché si tratta di istituti formativi e di raccordo col mondo del lavoro». Inoltre, si chiede una regia nazionale del sistema di formazione tecnica superiore che non affidi l'incontro tra domanda/offerta di competenze solo alle singole aziende, attribuendo la funzione di soggetto promotore e di riferimento ad un istituto scolastico statale. Ma anche la definizione dei livelli di qualificazione di chi opera negli Its e una quota significativa di personale stabile, dedicato e ben formato. Una governance multilivello, che preveda cabine di regia nazionali e regionali con la partecipazione delle parti sociali. La fine del sistema dei bandi così da assicurare risorse certe e non penalizzare i territori più in difficoltà.

«È necessario stabilire un sistema perequativo per i criteri di monitoraggio e valutazione, che sappia leggere le criticità e intervenire a correggerle con azioni mirate e sostenere azioni di potenziamento del sistema», spiega la Cgil. L'associazione nazionale presidi (Anp), invece, sottolinea la necessità di investire sul sistema Its e di ampliarne la rilevanza, puntando su orientamento e qualità dell'offerta formativa. Per l'Anp, attraverso un monitoraggio attento all'efficace investimento delle risorse, devono essere valorizzate e supportate le esperienze più efficaci in termini di risultati conseguiti per evitare che i fondi si disperdano. «Si tratta non di incrementare il numero di Its, ma di potenziare la qualità dell'offerta professionalizzante in relazione ai bisogni lavorativi e produttivi dei territori».

L'erogazione dei fondi, quindi, deve tener conto della percentuale di giovani che trovano un'occupazione coerente con il diploma entro una precisa tempistica dal conseguimento del titolo. Inoltre la riforma degli Its e della filiera degli istituti tecnici e di quelli professionali deve avere a riferimento, da una parte, il mondo del lavoro ed il tessuto produttivo dei territori, «prevedendo meccanismi efficaci di osmosi con questo», dall'altra, il mondo della scuola. «Non si può, infine, prescindere dall'effettiva valorizzazione dello sviluppo delle competenze necessarie». Le significative risorse disponibili con il Pnrr per i presidi dovranno contribuire ad ampliare tutte le attività di natura laboratoriale, esperienziale e orientativa, tra le quali ci sono i Pcto, cioè l'alternanza scuola-lavoro, «per la cui realizzazione oggi le scuole possono paradossalmente contare su risorse minori rispetto al passato». «A tal proposito abbiamo chiesto un'inversione di tendenza», aggiunge l'Anp. A breve sarà convocato un incontro con i sindacati proprio sugli aspetti del Pnrr più rilevanti per gli Its. Intanto, da Bianchi è arrivata un'apertura ad alcune proposte dei sindacati. Tra cui, ridefinire la governane, affidando un ruolo decisivo ai soggetti formativi pubblici.


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