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Rientro a settembre: «Prof in più alle scuole solo in caso di estrema necessità»

La lettera del Miur ai presidi: aspettate i banchi, arriveranno. Solo dopo decidete quali classi dividere. I prof «aggiuntivi» però saranno pochi. Il caso dei docenti «fragili»

15/07/2020
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Corriere della sera

Comincia ad emergere con contorni più chiari il vero nodo della riapertura di settembre. Non riguarda tanto il famoso metro statico che in pratica consente di mantenere due terzi delle classi così come sono, o forse addirittura di più. Ma gli insegnanti: ce ne saranno abbastanza e soprattutto arriveranno in cattedra in tempo? Per ora non se ne parla se non per accenni nelle carte ufficiali. Ma non è un caso che nelle nuove graduatorie provinciali dei supplenti, in fondo, si sia già previsto di inserire gli studenti universitari del quarto e quinto anno come possibili risorse a cui ricorrere se non si troveranno abbastanza prof. Si sa infatti che in materie fondamentali come matematica e italiano le graduatorie sono ormai vuote in molte province da tempo.

Il concorso, il nodo della prova

Il concorso straordinario sta procedendo con le nuove date di iscrizione - entro il 10 agosto - alla prova scritta che però non è ancora fissata: i 32 mila aspiranti al posto di ruolo, per quest’anno saranno dunque ancora supplenti come negli scorsi anni. Resta per ora irrisolto il problema dei professori «fragili», coloro che per età o condizioni fisiche sono così a rischio in caso di Covid da essere esonerati dalla presenza. Quanti saranno e che cosa si dovrà fare, ancora non è chiaro. Per la maturità avevano potuto collegarsi online ma per le lezioni, se gli studenti saranno in classe, rischia di non essere possibile.

Quanti insegnanti in più?

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha promesso che ci saranno insegnanti in più dove serve per la ripresa. Le stime fatte dopo l’annuncio si riferivano ad un totale di 50 mila assunzioni a tempo determinato ma molte di queste sarebbero per personale ausiliario e per i bidelli ai quali spettano le pulizie e la gestione degli ingressi e uscite degli alunni. Tra risorse scarse e mancanza di graduatorie da cui attingere per cercare nuovi prof, il rischio è esplosivo. E dev’essere anche per questo che la ministra non ha più insistito sull’idea di riprendere il primo settembre. Tra graduatorie da comporre, chiamate, spostamenti si rischia che i supplenti arrivino ben più tardi del 14 settembre.

Le classi potranno essere divise

Deve essere anche per questo che il direttore dell’Ufficio Scolastico regionale del Lazio ha inviato una lettera ai presidi per invitarli a rifare i conti di banchi e spazi e a non ricorrere alla divisione delle classi - e alla richiesta di docenti aggiuntivi- se non per i casi estremi. «Occorrerà - scrive Rocco Pinneri - riservare la suddivisione delle classi e il loro ricomponimento in un maggior numero di gruppi ai soli casi nei quali non è possibile mantenere le classi esistenti nemmeno con il ricorso a banchi mono-posto, poiché sarà necessario riservare l’utilizzo delle risorse di organico che saranno messe a disposizione ai casi di stretta necessità».


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