Migliaia di ricorsi. Ammontano a svariate decine di migliaia le domande cartacee presentate da coloro che vengono esclusi dai tre bandi del concorso: "semplici" laureati sprovvisti di abilitazione all'insegnamento, alcuni in cattedra da anni come supplenti, e docenti già di ruolo. Gli oltre 165mila "regolari" che hanno prodotto domanda entro le 14 del 30 marzo scorso si sono cimentati con l'istanza online. Ma, prima di predisporre le aule per la prova scritta, i funzionari degli uffici scolastici regionali dovranno contare e classificare le istanze prevenute attraverso gli uffici postali. Ancora, non si conosce il numero di concorrenti che aspirano a sostenere le prove, ma alla fine potrebbero oscillare tra le 60mila e le 70mila unità. Un numero considerevole che diventa per gli organizzatori delle prove una specie di bomba ad orologeria perché allo scritto non verranno ammessi tutti ma soltanto coloro che potranno esibire un'istanza cautelare o una ordinanza dei giudici del Tar, i quali si potranno esprimere anche la stessa mattina dello scritto. E dovranno trovare un computer disponibile per sostenerlo.
Cercansi commissari d'esame. I 165.578 partecipanti al concorso 2016 non devono trarre in inganno perché si tratta di persone che potranno partecipare a più di una prova: è il caso di coloro che parteciperanno, e sono in tanti, ad entrambe le prove scritte di scuola dell'infanzia e primaria. Si tratta di organizzare almeno 350mila prove scritte con tutti i pericoli connessi a numeri così elevati. Intanto, oltre ad organizzare aule con computer efficienti per la prima prova, a livello regionale si cerca di comporre il puzzle delle commissioni esaminatrici: presidenti, segretari, commissari e supplenti. Ma dalle prime notizie non sembrano pervenute molte candidature. Perché il compenso per l'intera procedura si aggira attorno ai 200 euro lordi e anche coloro che hanno i titoli non sgomitano per lavorare tutta l'estate, senza esonero dall'insegnamento, per pochi spiccioli e con l'alta probabilità di incappare nella denuncia alla magistratura di qualche escluso.
Tutti scontenti. In questi giorni, la protesta degli scontenti corre sui social network. Il fatto è che ad essere scontenti sono tutti: partecipanti ed esclusi. Ecco perché. I 165mila che, dopo anni di studio e migliaia di euro per acquisire l'abilitazione, hanno prodotto domanda pensavano di avere acquisito un diritto e speravano di essere inclusi nelle graduatorie provinciali. Per questa ragione si siedono ancora una volta a sostenere gli esami malvolentieri. Lo scarto di 35mila partecipanti tra le previsioni del ministero (200mila) e il conteggio finale alla chiusura delle aree informatiche potrebbe essere dovuto proprio a coloro che non se la sono sentita di mettersi in gioco ancora una volta. I non abilitati, esclusi dalle prove, sono scontenti perché non è stata data loro la possibilità di dimostrare quanto valgono. Ma le prime ammissioni alle prove da parte del Tar incendiano gli animi dei primi che a questo punto si chiedono: "A cosa è servito studiare e sostenere un sacco di spese per ottenere l'abilitazione se poi vengono ammessi al concorso anche i non abilitati?". E storcono il muso anche coloro che sono risultati idonei al concorso del 2012 ma non ce l'hanno fatta ad essere assunti: per loro di profila la cancellazione della graduatoria, e la perdita di ogni speranza di assunzione, appena verrà approvata quella del concorso in atto. E il probabile slittamento al 2017 delle assunzioni nella scuola dell'infanzia e primaria fa tirare un sospiro di sollievo a parecchi tra questi.
Cattedre vacanti al Nord. Il concorso non è ancora partito, ma già si sa che in Lombardia resteranno liberi almeno 605 posti di sostegno. Più posti di sostegno rispetto ai candidati anche in Veneto, Piemonte e Friuli Venezia-Giulia. Una situazione che, nelle aree settentrionali, si
Salvo Intravaia