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Ricerca e sviluppo: boom nel 2014 poi scende. A rischio l’obiettivo europeo

dati Istat. Bene due anni fa, poi scende l’impegno soprattutto delle istituzioni pubbliche,. Aumenta il peso delle imprese private

21/11/2016
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Corriere della sera

La spesa per ricerca e sviluppo interni sostenuta da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università sfiora i 22,3 miliardi di euro nel 2014, in crescita «consistente» rispetto al 2013 sia in termini nominali (+6,2%) sia reali (+5,3%). Lo comunica l’Istat spiegando che la spesa per ricerca e sviluppo in rapporto al Pil raggiunge così l’1,38% (era 1,31% l’anno precedente) e che nell’ambito della strategia Europa2020 «l’Italia si è posta come obiettivo il raggiungimento, nel 2020, di un livello di spesa in rapporto al Pil pari all’1,53%». Per il 2015 l’istituto di statistica si attende, in base ai dati di programmazione, una diminuzione della spesa delle imprese (-1,8% in termini nominali rispetto al 2014 e -2,4% in termini reali) e un calo anche per le amministrazioni pubbliche. Nel 2016, invece, ci potrebbe essere una nuova flessione nella amministrazioni pubbliche (-1,4% sul 2015) a fronte di un aumento nelle istituzioni private non profit (+2,2%) e nelle imprese (+5,2%). Guardando ai dati del 2014, la spesa per ricerca e sviluppo intra-muros cresce in tutte le ripartizioni geografiche a partire dal Mezzogiorno (+12,6% su anno), seguono il Nord-ovest (+5,7%), il Nord-est (+4,6%) e il Centro (+4,1%). Gli aumenti riguardano inoltre la totalità dei settori: +7,5% in quello delle imprese, +6,5% in quello delle Università, +5,5% nelle istituzioni private non profit e 0,8% nelle istituzioni pubbliche.

Il contributo del settore privato (imprese e istituzioni non profit) alla spesa per ReS intra-muros passa così dal 57,7% del 2013 al 58,3% del 2014. Il contributo delle istituzioni pubbliche scende invece dal 14% al 13,3%. Rimane pressoché stabile il peso delle Università (dal 28,3% al 28,4%). Il personale impegnato in attività di ricerca (espresso in termini di unità equivalenti a tempo pieno) risulta pari a 249.467 unità, con una crescita complessiva dell’1,1% rispetto al 2013. La dinamica degli addetti alla ricerca è differenziata per settore, con aumenti nei settori delle istituzioni private non profit (+7,2%) e delle imprese (+3,6%), e diminuzioni nei settori delle Università (-2,3%) e delle istituzioni pubbliche (-1,3%). Nel 2014 il numero di ricercatori è pari a 118.183 unità, in crescita dell’1,7% sul 2013. L’aumento investe tutti i settori ad eccezione delle istituzioni pubbliche, dove si registra una diminuzione dell’1,3%.


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