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Repubblica: Stop al rientro dei cervelli, è rivolta

La Cgil: "La Moratti ha fallito". Il ministero: "Andremo avanti"

11/05/2006
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la Repubblica

Il rettore del Politecnico di Milano: "Effetti dirompenti, così si non potremo più far lavorare gli studenti meritevoli"

Il fisico Luciano Maiani, garante del progetto: "Tocca al nuovo governo farlo ripartire, anche se era solo una goccia nel deserto"

ELENA DUSI

ROMA - Il progetto "Rientro dei cervelli" non sarà stato la panacea per i mali della ricerca italiana. Ma la notizia della sua interruzione da parte del ministero dell´Istruzione, università e ricerca ha sollevato le proteste generali dell´ambiente della scienza. Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano, definisce i vincoli imposti alle università dall´ultima finanziaria «dirompenti». Con conseguenze fra l´altro sulla «possibilità di dare lavoro agli studenti meritevoli».
Avviato nel 2001, il "Rientro dei cervelli" si è arrestato quest´anno per mancanza di fondi. «È la conferma - sottolinea Enrico Panini, segretario della Federazione dei lavoratori della conoscenza Cgil - del completo fallimento della politica del ministro Moratti». Il ministero da parte sua sbandiera i risultati ottenuti: «L´inserimento in Italia con contratti a termine di oltre 460 studiosi». E annuncia: «Quest´anno daremo priorità alla loro stabilizzazione». Il ministero, prosegue la nota, «ha riservato tre milioni di euro per consentire alle università chiamate dirette degli studiosi che avevano già usufruito dei provvedimenti per il rientro dei cervelli».
Luciano Maiani, professore di fisica teorica alla Sapienza di Roma, un passato alla guida dell´Istituto nazionale di fisica nucleare e del Cern, al programma per il rientro dei cervelli ha collaborato da vicino. Con altri quattro colleghi è stato infatti membro del Consiglio dei garanti. «Avevamo il compito di valutare le proposte delle università. Loro ci segnalavano i giovani ricercatori da reinserire in Italia. Noi sottoponevamo le richieste alla valutazione di un comitato di esperti, specifici per ciascuna materia».
I beneficiari del "Rientro dei cervelli" hanno avuto contratti non più lunghi di 4 anni. «Ne hanno usufruito - prosegue Maiani - sia studiosi italiani che stranieri. Le domande arrivavano ad esempio da professori ordinari stranieri che chiedevano di trascorrere l´anno sabbatico nel nostro paese o da ricercatori italiani in cerca di un canale per rientrare a casa. C´era qualche ragazzo dei paesi dell´est interessato a un´esperienza temporanea nel nostro paese. Ma non potevamo certo sperare che giovani scienziati inseriti in progetti di ricerca importanti all´estero decidessero di tornare in cambio di un contratto a tempo».
Finanziato all´inizio con circa 40 miliardi di lire, il progetto si è ristretto di anno in anno. «Siamo arrivati alla fine - prosegue Maiani - con un budget di 5-6 milioni di euro». L´iniziativa, a detta di molti scienziati, rappresentava una goccia nel deserto. Ma la sua cessazione è sembrata a tutti un pessimo segnale. «Il nuovo governo - secondo il fisico della Sapienza - dovrebbe rimettere in moto il progetto, oltre a rivitalizzare la ricerca con nuove iniezioni di fondi».
Il doppio canale di valutazione adottato dal Consiglio dei garanti, secondo Maiani, offre un modello di reclutamento trasparente che può essere trasferito ai normali concorsi universitari. «I ricercatori dovevano prima farsi richiamare da un ateneo italiano, poi superare la selezione dei nostri referee. Al consociativismo non rimaneva molto spazio».


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