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Repubblica-Scuola, via libera alla riforma I Comuni: ci hanno tradito

Decreto approvato da Palazzo Chigi. Scomparsi i fondi per le iscrizioni anticipate Scuola, via libera alla riforma I Comuni: ci hanno tradito L'accordo tra Anci e governo prevedeva il finanziame...

15/03/2002
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la Repubblica

Decreto approvato da Palazzo Chigi. Scomparsi i fondi per le iscrizioni anticipate
Scuola, via libera alla riforma I Comuni: ci hanno tradito

L'accordo tra Anci e governo prevedeva il finanziamento per materne ed elementari. No anche delle Regioni di centro-sinistra
MARIO REGGIO

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al decreto di delega della riforma della scuola. Dopo averlo bocciato l'11 gennaio scorso e profondamente modificato, il testo è passato al vaglio delle Regioni e dei Comuni. Le prime si sono spaccate: favorevoli quelle del centro-destra, contrari invece i sei governi locali guidati dal centro sinistra e la Provincia autonoma di Bolzano. Contraria anche l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, che accusa il ministro Moratti di aver modificato il testo concordato sull'anticipo dell'accesso alle materne e alle elementari. "L'accordo prevedeva la possibilità di iscrivere i bimbi a due anni e mezzo e a cinque anni e mezzo, compatibilmente con la disponibilità dei posti e delle risorse finanziarie - si legge in un comunicato dell'Anci diffuso ieri sera - ma il governo ha cancellato a carico dello Stato e delle Regioni, a questo punto il nostro parere è chiaramente contrario. Faremo di tutto perché il Parlamento modifichi il testo".
A parte il regalo inaspettato alle private, adesso il decreto delega dovrà passare alle Commissioni di Camera e Senato. Poi andrà in aula. E lì l'opposizione annuncia battaglia. "Nonostante le proteste degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie il governo insiste con la tanto declamata riforma Moratti - commenta l'ex ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer - ma la montagna continua a partorire il topolino. Velenoso, però. Non c'è nessuna riforma, ma solo un ritorno al passato. Noi faremo un'opposizione durissima in Parlamento. Il diritto d'imparare di più è come l'articolo 18, è un diritto-simbolo dell'Italia democratica, e non può essere cancellato. Mi auguro che i lavoratori e i cittadini ci sostengano in questa battaglia di civiltà". Critiche anche dalla Margherita: "Le correzioni apportate al decreto non ne hanno modificato l'impianto - commenta il responsabile scuola Giovanni Manzini - e pertanto rimane una risposta pericolosa e sbagliata". Si muove anche il fronte sindacale. "Brutta legge, pessima delega - è il giudizio del segretario della Cgil scuola Enerico Panini - lanceremo una raccolta di firme per dire che la scuola è di tutti". Lo Snals avverte: "Il Parlamento intervenga per garantire l'unitarietà del sistema d'istruzione, il pieno esercizio del diritto allo studio". I Cobas giudicano il decreto come "la disastrosa controriforma della Moratti" e annunciano una grande manifestazione a maggio. Sul piede di guerra anche l'Unione degli Studenti: "In migliaia saremo in piazza con il lavoratori il 23 marzo. Crediamo che gli studenti debbano essere in prima linea nella lotta contro un governo che vuole prevaricare i nostri diritti e distruggere il nostro futuro".


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