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Repubblica-Scuola, ultimatum dei sindacati "Contratto subito o sarà sciopero"

Roma, all'assemblea indetta da Cgil, Cisl e Uil 1500 persone arrivate da tutt'Italia. Slogan e proteste Scuola, ultimatum dei sindacati "Contratto subito o sarà sciopero" "Non si posson...

11/03/2002
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la Repubblica

Roma, all'assemblea indetta da Cgil, Cisl e Uil 1500 persone arrivate da tutt'Italia. Slogan e proteste

Scuola, ultimatum dei sindacati "Contratto subito o sarà sciopero"

"Non si possono lasciare un milione di lavoratori in questo stato di incertezza"
I segretari confederali Panini, Colturani e Di Menna: in questa vertenza saremo uniti

GIANLUCA MONASTRA

ROMA - Un solo obiettivo, rinnovare il contratto. Una minaccia, lo sciopero nazionale se non si raggiungerà un accordo in fretta. Quando? Negli ultimi dieci giorni di aprile. Cgil, Cisl e Uil della scuola, scelgono la giornata della manifestazione nazionale a Roma "a difesa della scuola statale e dei suoi lavoratori", per lanciare l'ultimatum al governo e al ministro Moratti. Uno schieramento compatto quello dei tre sindacati, ieri fianco a fianco in un'assemblea all'hotel Ergife di Roma, per un fronte comune contro molti punti della politica sulla scuola del Governo Berlusconi.
Uniti per rivendicare "il rafforzamento della scuola statale, una politica di investimenti reali, una gestione democratica della scuola dell'autonomia". E soprattutto: "Il rinnovo del contratto". All'assemblea romana c'erano più di 1.500 persone tra insegnanti, delegati e rappresentanti del personale tecnico e amministrativo (Ata), arrivati da tutta Italia. C'erano anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil scuola - Enrico Panini, Daniela Colturani e Massimo Di Menna - e un fuoco di fila di cartelloni contro il ministro Moratti, cappellini colorati, bandiere targate Cgil, Cisl, Uil.
Striscioni e proteste. Rabbia e slogan. Per denunciare "tagli e stipendi da fame", accusare il ministro, "Letizia o mestizia?". E ancora: "Sveglia sindacato, basta ipnosi, la partita è cominciata: Governo-precari 1-0, Governo-personale 2-0, Governo-scuola pubblica 3-0"; "Moratti rileggi Robin Hood, lui toglieva ai ricchi e dava ai poveri"; "Via l'inglese, via i progetti, via i supplenti, via la scuola pubblica, via anche il ministro". In platea anche molti bambini, qualcuno con un ciuccio di cartone attaccato al collo con su la scritta "Ci siamo anche noi".
Un'assemblea accesa e colorata durante la quale i segretari generali hanno ribadito anche le critiche alla riforma degli organi collegiali e dei cicli scolastici. Ma il tifo da stadio si è scatenato quando i leader sindacali hanno alzato il tiro, e prospettato la possibilità di uno sciopero generale tutti insieme "se non ci saranno risposte in tempi brevi". "Indipendentemente dalle divisioni - dice Colturani, riferendosi allo sciopero proclamato dalla sola Cgil il 5 aprile - in questa vertenza sulla scuola saremo unitari. No alla svendita della scuola statale, a compromessi al ribasso e presunte convenienze di mercato. No ad una scuola che emargina i poveri dando libero campo ai ricchi e alle scuole". E poi, la minaccia: "Se non ci saranno risultati tangibili nei prossimi giorni non escludiamo il ricorso allo sciopero generale su obiettivi concreti perché sarà uno sciopero generale della scuola per la scuola".
"Talloniamo il Governo su tutti gli aspetti che non condividiamo della riforma - aggiunge Panini - ma allo stesso tempo vogliamo un contratto di qualità, risorse adeguate e retribuzioni europee". E Di Menna della Uil: "Gli impegni del Governo devono essere mantenuti. Se entro aprile le questioni relative al piano pluriennale di investimenti e all'avvio del negoziato per il contratto non saranno avviate, l'unica risposta possibile sarà la mobilitazione generale fino allo sciopero unitario. Non si possono lasciare un milione di lavoratori in questo stato di incertezza".