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Repubblica-"Scuola, basta occupazioni"

Riforma Moratti, sono una ventina gli istituti gestiti dagli studenti, il liceo Umberto presidiato anche di domenica "Scuola, basta occupazioni" I presidi: "Protestare è giusto ma c...

03/12/2001
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la Repubblica

Riforma Moratti, sono una ventina gli istituti gestiti dagli studenti, il liceo Umberto presidiato anche di domenica
"Scuola, basta occupazioni"
I presidi: "Protestare è giusto ma così è sbagliato"
GIANTOMASO DE MATTEIS


Ci sarà anche un albero di Natale, nei corridoi del liceo Umberto. Una promessa, tanto per fare capire che non è uno scherzo. E che l'okkupazione durerà. Un albero di Natale nella scuola "espugnata", per ripudiare le vetrine opulente del consumismo. "Perché io sono di sinistra e ho coscienza politica", si presenta Daniele Imbruglia, II liceo. Per il freddo poi ci pensa il sacco a pelo, il tempo passa parlando di "mamma Moratti" a ritmo di "techno" e di qualche partita a pallone nel corridoio del liceo. "Ma guardate", dice Maria Giulia Villari, "non abbiamo danneggiato nulla. Anzi, in mattinata c'è stato un turno di pulizia". Occupazione pacifica, ripetono le ragazze dell'Umberto. Mentre difendono il portone dagli intrusi, da quelli che la notte scorso hanno cercato di forzarlo. "Abbiamo ragione", ribadiscono. E giù la scaletta Morattiprivatizzazioneguerra. Refrain ripetuto in un'altra ventina di istituti tra Napoli e provincia occupati o autogestiti. Anche Dioniso Malandrino, responsabile regionale dell'Associazione presidi campani ha dato loro ragione. Una "benedizione" che fa discutere i dirigenti scolastici. Come Rosalba Frosina, al timone del liceo Labriola, scuola "espugnata" e poi liberata: "Siamo di fronte a in movimento embrionale, confuso. L'occupazione non difende la scuola: non è uno strumento, ma un fine". Concetta D'Acunto, preside del Vico, ex sessantottina, arriva a definirla persino "anacronistica": "Allora c'era più cultura, coscienza. I ragazzi devono capire che la politica è cambiata. Loro non ne hanno preso atto. In verità nemmeno gli adulti. E allora? Io dico: cambiate sistema di lotta. Documentatevi prima di protestare, approfondite, analizzate. Non vi fate strumentalizzare. Questa lotta non produce nulla. Anzi, distrugge". Rivendicazione pretestuosa, taglia corto Basilio Puoti, preside del VI Itis al Vomero, istituto più che "dimezzato" nelle presenze, negli ultimi tempi. Fatto che preoccupa il corpo docente: ogni giorno non entrano in aula in due terzi degli alunni. "Una esagerazione commenta Puoti . Capisco i giovani, vogliono essere vivi, protagonisti: ma loro nemmeno conoscono la riforma Moratti. Cerchiamo di dialogare, per limitare i danni". Per Enzo Ciotola, preside del più popoloso Itis, il Galileo Ferraris (2300 alunni), la "protesta prenatalizia è uno stanco rito che si ripete da anni. Se non ci sono le motivazioni si inventano. Berlinguer, Moratti... tutti i ministri sbagliano. Nessuno riflette però sul tempo perduto: due, tre mesi di scuola che non si recupereranno mai più". "Un errore l'ha commesso la Moratti: accorciare di un anno il liceo, e cioè dequalificarlo. Questo legittimerebbe la protesta", osserva Felice Vairo, uno dei 18 presidi "di eccellenza" voluti dal ministro Berlinguer e preside del liceo Pizzi a Capua. "Loro ripetono invece il solito ritornello: privatizzazione, guerra". Oggi la riforma Moratti andrà in scena all'Accademia di Belle Arti di Napoli, secondo una performance degli studenti. Mentre il Cidi (centro di iniziativa democratica insegnanti) nell'Aula Spinelli della facoltà di Scienze politiche parlerà di "Quale scuola, cultura, democrazia, lavoro". Interventi dei presidenti Cidi, rispettivamente nazionale e partenopeo, Adriana Tocco e Domenico Chiesa.


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