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Repubblica-Pubblico impiego, vince il sindacato

Aumento di circa 200 mila lire al mese per 2,4 milioni di persone. Revocato lo sciopero. Berlusconi: è un buon accordo Pubblico impiego, vince il sindacato Pezzotta:no a scambi con l'ar...

06/02/2002
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la Repubblica

Aumento di circa 200 mila lire al mese per 2,4 milioni di persone. Revocato lo sciopero. Berlusconi: è un buon accordo
Pubblico impiego, vince il sindacato
Pezzotta:no a scambi con l'articolo 18. D'Amato:contratto costoso
RICCARDO DE GENNARO


ROMA '#8212; I toni sono concilianti, i rapporti più distesi. Governo e sindacati non nascondono la loro soddisfazione per l'accordo sugli aumenti per i dipendenti pubblici raggiunto nella notte di lunedì: al termine di una trattativa nostop durata oltre dieci ore, i sindacati hanno portato a casa un risultato molto vicino a quelle che erano la loro rivendicazioni economiche e normative, il governo ha evitato che 500mila statali scendessero in piazza il 15 febbraio a Roma. Il premier Silvio Berlusconi '#8212; che esprime un giudizio molto positivo sull'accordo "anche perché il 50 per cento e più è lasciato a valutazioni meritocratiche '#8212; già auspica un "disgelo" con i sindacati, in particolare con la Cgil.
La stima di Berlusconi del 50 per cento destinato al merito e la produttività è tuttavia eccessiva. L'aumento medio lordo mensile per i dipendenti pubblici è di 100,71 euro (195mila lire), contro una richiesta di poco superiore ai 103 euro (l'aumento medio nella scuola è di 108,97 euro, pari a 211mila lire). In percentuale, l'aumento è '#8212; sostiene il sindacato '#8212; del 5,56 per cento, a fronte di una rivendicazione del sei per cento, così articolata: due punti per il differenziale tra inflazione programmata e inflazione reale nel biennio 20002001 (punti scesi nell'accordo a 1,56, anche se il governo parla di meno di un punto), tre per l'inflazione programmata del biennio 20022003, un punto per gli aumenti di produttività da distribuire con la contrattazione integrativa nei settori coinvolti: stato, parastato, scuola, università e ricerca '#8212; docenti esclusi '#8212; vigili del fuoco e militari (non fanno parte dell'accordo sanità ed enti locali).
L'intesa incrementa di 730 milioni di euro (pari a un aumento dello 0,9 per cento degli stipendi) gli stanziamenti per il rinnovo dei contratti pubblici, a fronte dei 357 milioni (per un aumento dello 0,52) già previsti dalla Finanziaria 2002. A questi andranno aggiunti i tre punti percentuali dell'inflazione programmata 20012002. Dove troverà il governo le risorse mancanti? "È un problema che dovrà risolvere da sé", ha detto ieri Guglielmo Epifani, vicesegretario generale della Cgil, che ha condotto le trattative per la sua organizzazione durante la stretta finale, tenendosi comunque in stretto contatto telefonico con Cofferati, così come il vicepremier Gianfranco Fini '#8212; che ha trattato per il governo insieme al ministro della Funzione pubblica, Franco Frattini '#8212; ha fatto con Berlusconi.
Ma com'è stato possibile l'accordo, che ha permesso ai sindacati di "fare il pieno" delle richieste? Più che a una presunta apertura nei confronti delle organizzazioni sindacali e agli indiscutibili meriti della frenetica attività "diplomatica", condotta segretamente anche negli alberghi della capitale, dal leader della Cisl, Savino Pezzotta, l'intesa notturna deve parecchio al timore del governo per la mobilitazione indetta dai sindacati per il 15 febbraio. Più volte il premier Berlusconi si è infatti raccomandato con i suoi ministri di evitargli clamorose manifestazioni di piazza che potessero ricordare quella dell'autunno del '94 contro la riforma delle pensioni. Fini si è scrupolosamente attenuto a queste direttive.
La grande apertura da parte del governo (anche le richieste normative, come l'estensione agli statali delle norme sul Tfr nei fondi pensione e sull'abolizione del divieto di cumulo pensionereddito sono state accolte per il 9095 per cento dal governo) ha infatti portato alla firma dell'intesa e alla revoca dello sciopero (solo i sindacati di base e la Cisal l'hanno confermato). "Questo accordo cambierà in meglio i rapporti tra governo e sindacati", prevede Luigi Angeletti, numero uno della Uil, mentre Pezzotta, definito il nuovo Richelieu dai suoi, fa sapere al ministro Maroni che "non ci saranno scambi con l'articolo 18". Per la Confindustria, l'accordo è "troppo oneroso". Difficile ora che il governo, dopo aver confermato l'impianto del 23 luglio per i contratti pubblici (doppio livello di contrattazione e totale recupero dell'inflazione), lo metta in discussione per quelli privati.


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