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Repubblica: Patto d´onore studenti-prof "A scuola non si deve copiare"

Milano, al liceo Parini un codice morale contro il malcostume

10/11/2009
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la Repubblica

Niente speranza di premi o ventilate punizioni, quello che conta è la parola data

FRANCO VANNI

MILANO - Un contratto solenne, sottoscritto dagli studenti «dopo attenta riflessione». Un testo chiaro e di poche parole: «Senza speranza di premi o timore di eventuali punizioni - si legge nel documento - sul mio onore, mi impegno a non copiare e a non lasciare copiare». A firmare il "patto morale", proposto dall´insegnante di Storia e filosofia, sono stati i ragazzi di tre classi del liceo classico Parini, una prima, una seconda e una terza. Hanno accettato tutti, ma solo dopo due settimane di dibattito fra loro. «La cosa più difficile da accettare è stata l´idea che lasciare copiare i compagni non sia un atto generoso, ma anzi un modo per danneggiarli», dice Arianna Cardella, studentessa in terza. Nella sua classe, i risultati della rinuncia a copiare già si vedono: nell´ultima verifica di Storia, metà degli studenti ha preso più di 7 e solo una ragazza è stata insufficiente. «Senza l´ansia di sbirciare il compito del vicino, sono tutti più sereni e concentrati», dice Paolo Aziani, il professore "pioniere" che ha portato a scuola quel giuramento di onestà che nelle università americane è prassi da decenni. «L´idea mi è venuta quando ho saputo che anche l´università Bocconi ha intenzione di introdurre un codice simile», dice Aziani.
A spingere la Bocconi a dotarsi di un codice d´onore, ora allo studio di un gruppo di docenti, sono stati alcuni casi di studenti sorpresi a sostenere esami al posto dei compagni, con tesserini universitari contraffatti. Guardando all´esperienza degli atenei anglosassoni, l´università si prepara a mettere nero su bianco i «valori condivisi d´ateneo», da firmare al momento dell´iscrizione. Le parole d´ordine, stando alle bozze, saranno «onestà, rispetto e fiducia». Negli Stati Uniti non rispettare il codice, ad esempio copiando, comporta il formale «biasimo della comunità», oltre a sanzioni più o meno severe. A Yale e alla Berkley University della California, come alla Columbia Business School, la condanna morale viene espressa con un processo rituale, in cui il trasgressore viene giudicato da una commissione in cui siedono anche studenti.
«Dopo decenni di adesione a questo modello di responsabilità, i casi di violazione dei valori condivisi sono rari, dal momento che i ragazzi hanno interiorizzato il senso della loro promessa», dice Emilio D´Orazio, direttore di Politeia, centro studi no profit che si occupa di etica nelle organizzazioni complesse. L´obiettivo dei codici d´onore, da un punto di vista pratico, è anche rendere superfluo ogni controllo durante gli esami, dal momento che si presume da parte degli studenti la massima correttezza. Alla Bocconi la via è già stata tentata in alcune classi del biennio specialistico graduated school: per dissuadere i ragazzi dal copiare, sono state stampate sul foglio del compito le punizioni in cui si rischia di incorrere, cioè «fino a tre anni di sospensione dagli studi». Ma per D´Orazio, in Italia sostituire il controllo con la responsabilità non sarà facile: «Il rischio è che nemmeno i codici scritti riescano a contrastare un´insofferenza alle regole che purtroppo da noi è radicata». E che viene combattuta con divieti e controlli sempre più estesi e costosi. Un esempio: al test di ammissione alla facoltà di Medicina alla Cattolica di Roma, lo scorso 2 settembre, per vigilare sui 4mila candidati sono stati schierati 150 docenti e squadre di vigilantes privati.


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