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Repubblica-Ma le scelte precoci sono dannose

IL PARERE Modica, presidente dei rettori "Ma le scelte precoci sono dannose" "Il sistema binario mi sembra un ritorno al passato" MARINA CAVALLIERI ...

12/01/2002
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la Repubblica

IL PARERE
Modica, presidente dei rettori
"Ma le scelte precoci sono dannose"
"Il sistema binario mi sembra un ritorno al passato"
MARINA CAVALLIERI


ROMA '#8212; Il professor Luciano Modica, presidente della Conferenza dei rettori, tiene il progetto della riforma annunciata, e non approvata, ben allineato sulla scrivania. "Che posso dire come impressione immediata? La scuola che viene disegnata è strutturata in un sistema binario e questo è un po' un ritorno al passato".
Perché? Che tipo di scuola avremo?
"Si basa su un parallelismo, da una parte i licei, e questa definizione comprende anche gli attuali tecnici e ragioneria, e dall'altra gli indirizzi più tipicamente professionali, il risultato è una separazione brusca tra una preparazione squisitamente scolastica e una più indirizzata verso il mondo del lavoro, una cesura che sembrava superata".
C'è chi dice che con questo tipo di separazione si crea una scuola classista. Condivide la definizione?
"Qualunque scelta precoce è classista. A 13 anni il figlio del notaio vuole fare il notaio e il figlio dell'artigiano è indirizzato dalla famiglia a fare l'artigiano. Le scelte, gli orientamenti non si possono anticipare troppo per non incanalare verso percorsi già prestabiliti".
Giudica quindi l'impianto della riforma un ritorno al passato?
"Somiglia molto al sistema che c'era prima del '69 quando ci fu la famosa riforma Codignola che permise a chiunque avesse fatto una scuola quinquennale di accedere all'università. Qualche novità rispetto ad allora però c'è: con la riforma Moratti chi viene dai professionali si può iscrivere all'università dopo un anno integrativo ed un esame di Stato e questa mi sembra una soluzione ragionevole".
Qual è l'aspetto che le piace di meno?
"C'è una cosa su cui sono molto critico. I licei sono strutturati in quattro anni più uno. L'ultimo anno serve ad approfondire le caratteristiche specifiche del liceo: ecco questo lo trovo sbagliato ed è una preoccupazione per noi rettori".
Cosa vi preoccupa?
"I ragazzi arrivano già poco preparati all'università e così le cose peggioreranno. Con questo sistema si pensa che chi fa il classico sceglierà lettere o materie umanistiche e chi fa lo scientifico opterà per facoltà matematiche ma non è così. L'ultimo anno di liceo doveva servire di raccordo all'Università permettendo agli studenti di approfondire le materie che sarebbero poi andati a studiare negli atenei. Questo è in fondo il limite vero di tutta la riforma: chiede al ragazzo di fare una scelta precoce dell'identità lavorativa e culturale".
Della riforma BerlinguerDe Mauro, cosa avrebbe salvato?
"Mi piaceva l'idea di unitarietà del sistema scolastico e formativo fino a 18 anni. I ragazzi, tutti, devono sentirsi parte di un sistema unico. La cesura tra preparazione scolastica e professionale non risponde neanche all'evoluzione del mondo del lavoro".
Cosa salva della riforma Moratti?
"La possibilità di passare da una scuola all'altra, ci sono "passerelle" perché nessuna scelta diventi irreversibile".


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