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Repubblica-"Licei, bocciature record Ecco la scuola della crisi"

HANNO DETTO COSÌ VALUTIAMO BOOM DI ISCRIZIONI MENO AUTOREVOLEZZA Professori, studenti, genitori e presidi al Forum che si è tenuto a Repubblica "Licei, bocciature ...

01/07/2005
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la Repubblica

HANNO DETTO
COSÌ VALUTIAMO
BOOM DI ISCRIZIONI
MENO AUTOREVOLEZZA
Professori, studenti, genitori e presidi al Forum che si è tenuto a Repubblica
"Licei, bocciature record Ecco la scuola della crisi"
Lodoli: "Come mai contemporaneamente le scuole hanno deciso questo giro di vite?"
Marianna Nuti: "Oltre la bocciatura forse non iscriveranno di nuovo mia figlia"


Un aumento record delle bocciature nelle scuole superiori di Roma, soprattutto nelle prime classi. A volte con risvolti drammatici. Perfino il tentativo di suicidio di un ragazzo, tante proteste. Perché? Ne abbiamo parlato con insegnanti, presidi, genitori e studenti. E dalle risposte emergono alcune spiegazioni: l'incremento degli iscritti ai licei come conseguenza della riforma Moratti e il ricorso alla selezione, a volte la perdita di interesse allo studio da parte degli studenti, e in generale un accresciuto stato di disagio tra chi vive ogni giorno la scuola dall'interno. A questo si aggiunge, soprattutto da parte dei ragazzi, il sospetto che un ritorno all'autoritarismo sia una risposta alle tensioni in aumento, sfociate durante l'anno in occupazioni, proteste e successive sanzioni. Proposte per un futuro migliore? Si va dal ritorno alla valutazione trimestrale all'introduzione di un biennio comune per tutte le scuole, fino alla ricerca di una migliore comunicazione tra docenti e famiglie. Al dibattito, coordinato da Paolo Boccacci e Beatrice Rutiloni di Repubblica, insieme con Marco Lodoli, insegnante e scrittore, hanno partecipato Luigi Gennari (preside dello scientifico Righi), Annina D'Oronzo (docente del classico Virgilio), Antonio Cucinella (docente dell'Itis Hertz), Maria Antonietta Sabatelli (docente dell'istituto tecnico Lombardo Radice), Andrea Ventura (docente dello scientifico Gullace), Anna De Santis (docente del liceo artistico di via Ripetta), Marianna Nuti (genitore Virgilio), Gloria Malatesta (genitore Tasso), Valerio Renzi (studente Orazio), Luciano Curci (studente Virgilio) e Virginia Pisani (studentessa Virgilio).
Marco Lodoli: "Prima domanda da porre: come mai contemporaneamente le scuole hanno deciso questo giro di vite? Indicazioni dall'alto?"
Luigi Gennari: "A me non è arrivata nessuna direttiva. Le scuole sono completamente autonome. Noi siamo al 7,8% di bocciature, il 10% nelle prime classi: è una percentuale invariata. I ragazzi che si iscrivono ora al primo liceo sono più disorientati di dieci anni fa. Cerchiamo di intervenire spiegando come si viene valutati e come si partecipa alla scuola, lo fanno direttamente gli studenti più grandi e poi c'è l'équipe di psicologi del Comune. I ragazzi vanno seguiti molto di più dalla scuola ma anche dai genitori".
Repubblica: "Eppure tante volte le famiglie hanno lamentato uno scarso dialogo...".
Marianna Nuti: "Nel mio caso non ho visto nessuno al fianco di mia figlia. Abbiamo ricevuto la comunicazione della bocciatura essendo completamente impreparati e questa è la cosa che mi ha offeso di più: mi sono sentita tagliata fuori nonostante avessi partecipato a tutte le riunioni, sono rappresentante di classe. Non capisco i criteri. Ho chiesto di parlare coi professori, di leggere qualcosa. Non so perché sia stata bocciata. Non entro nel merito, ma contesto il modo: gravissimo, scandaloso. Voglio vedere la graduatoria perché voglio che mia figlia rientri al Virgilio. Al momento dell'iscrizione nessuno ci aveva avvisati che c'era la possibilità di non essere riammessi dalla scuola".
Annina Di Oronzo: "Mi stupisce molto la mancanza di comunicazione che invece al Virgilio curiamo molto. Da noi gli insegnanti ascoltano i problemi dei ragazzi. Quando si boccia la cosa più importante è valutare se lo studente può affrontare l'anno successivo. Non è una questione di pura media".
Repubblica: "Quali sono le reazioni degli studenti bocciati?"
Luciano Curci: "Oltre alla bocciatura essere costretti a cambiare poi scuola e ambiente è traumatico. Alle famiglie viene sempre consigliato di cambiare aria. Il problema principale delle bocciature è l'influenza del voto in condotta sulla valutazione. Molti sospesi o sanzionati per via delle occupazioni poi sono stati bocciati".
Virginia Pisani: "Io al Virgilio sono stato bocciata e fino ad una settimana prima non ero stata avvisata. Avevo 4 o 5 insufficienze non gravi. Ed ero stata sospesa per le occupazioni".
Marco Lodoli: "Tutte le scuole romane hanno scelto il quadrimestre, io ho sempre preferito il trimestre perché la marcia di avvicinamento sarebbe più chiara. I pagellini intermedi, quando ci sono, sono carta straccia".
Anna De Santis: "Sentiamo la nostra figura in grossa crisi di autorevolezza nei confronti dell'esterno, che poi si riflette all'interno. Si produce un distacco. E la reazione è l'autorità, la maggiore severità. Poi c'è il problema pratico degli organici insufficienti. Abbiamo più iscritti e meno classi: non sappiamo più dove mettere i bocciati".
Gloria Malatesta: "Solita storia: i genitori accusano gli insegnanti e viceversa. Io adoro gli studenti, ma a volte sono difficili, e lo dico anche come madre di studenti. La verità è che ci sono classi che si fa molta fatica a gestire e allora si risolve bocciando: è un boomerang ma è così. Lasciamo perdere gli psicologi: sono soldi del contribuente buttati".
Valerio Renzi: "E' una scuola sempre più autoritaria: quando esci un po' fuori dai canoni normali, anche se il voto di condotta non esiste più, il comportamento influisce molto sulla valutazione".
Antonio Cucinella: "Una ragione dell'aumento delle bocciature è il boom delle iscrizioni ai licei. Dopo la riforma i genitori sono portati a iscrivere i figli ad una scuola di serie A anziché di B. Dovrebbe essere ripristinato un biennio in cui i ragazzi possano essere orientati meglio. Salvo casi specifici, con la mia esperienza posso affermare che il consiglio di classe rimane l'organismo che meglio tutela i ragazzi".
Marco Lodoli: "Ma non è che la scuola ora sia diventata solo un momento minore della vita di un quindicenne?".
Andrea Ventura: "Quando giudichiamo uno studente, giudichiamo anche noi stessi e il nostro lavoro. Io, paradossalmente, penso che bocciamo molto meno di prima. Perché la scuola, è vero, fa meno scuola di prima. Per questo una bocciatura diventa una tragedia improvvisa. E' un genocidio culturale che dura da trent'anni, perché lo studente che studia meno oggi sarà l'insegnante di domani".
Valerio Renzi: "L'aumento significativo delle bocciature in tal caso si potrebbe spiegare in un arco di venti anni, non di due come accade. Ma può essere centrale nella vita di una persona un luogo dove non ti è consentito di esprimere il confronto e la partecipazione? Rendeteci le scuole accessibili e vivibili".
Repubblica: "Voi studenti, sentite di avere un ruolo nella scuola?"
Luciano Curci: "Ci sentiamo solo utenti di un servizio".
Marianna Nuti: "Non ci sono risorse economiche, non ci sono strutture sportive e computer: cosa hanno da offrire le scuole ai ragazzi?".
Antonio Cucinella: "Dobbiamo essere competitivi sulla qualità, offrire qualcosa di più di quello che viene offerto dal mondo esterno. Ai miei tempi la scuola era l'unica strada, non c'erano alternative. Non è più così".
Gloria Malatesta: "Non sono d'accordo, la scuola è centralissima: si vede anche delle occupazioni e da quanto i ragazzi ci tengano. Piuttosto, ci sono professori di livello bassissimo: la passione produce passione, il nulla produce il nulla".
(a cura di beatrice rutiloni)


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