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Repubblica - La lavagna colorata non basta e Letizia si ribella: Non ci sto

IL RETROSCENA Il ministro dell'Istruzione è deluso, Berlusconi cerca di rimediare: "Ti do la mia parola..." La lavagna colorata non basta e Letizia si ribella: "Non ci sto" ...

12/01/2002
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la Repubblica

IL RETROSCENA
Il ministro dell'Istruzione è deluso, Berlusconi cerca di rimediare: "Ti do la mia parola..."
La lavagna colorata non basta e Letizia si ribella: "Non ci sto"
Il premier aveva raccomandato: approviamola, poi si faranno i cambiamenti


ROMA '#8212; Ad essere sinceri, Berlusconi stavolta ci teneva proprio. Teneva a che la riforma della scuola passasse in Consiglio dei ministri anche per dare un segnale di normalità dopo le burrascose settimane passate con il caso Ruggiero. Così, si è alzato in piedi, il premier, fianco a fianco con Letizia Moratti, per illustrare personalmente l'antiriforma dei cicli scolastici, sfoderando a sorpresa uno sgargiante cartellone esplicativo di due metri per uno, pieno di freccette e diagrammi messo a punto su esplicita richiesta dal brain trust del ministero.
Peccato. Perché l'impegno persuasivo del Cavaliere, spalleggiato da un'entusiasta prolusione del vicepremier Fini che ha ringraziato la collega dell'Istruzione per l'imponente lavoro svolto, non è bastato. E non è bastata neppure la raccomandazione dello stesso Berlusconi, che l'altra sera, incontrando i parlamentari di maggioranza, aveva detto: "Intanto approviamola, è una cosa aperta, ci sarà tutto il tempo in Parlamento per fare qualche aggiustamento".
Niente da fare. In Consiglio dei ministri centristi e Lega si sono messi di traverso. E ancor prima l'inflessibile Tremonti. Il quale ha spiegato con il massimo garbo che una riforma di questa portata ha dei costi. E non te la puoi mica cavare così, indicando una previsione di spesa compresa fra i 15 e i 19 mila miliardi (di lire; in euro fa 7,79,8 miliardi) per i prossimi tre anni. "E a regime quanto si spende?", ha incalzato, "e la copertura dove andiamo a prenderla?". Son cose da approfondire meglio, ha chiesto il ministro dell'Economia. Da approfondire meglio senz'altro, lo hanno spalleggiato Buttiglione e Giovanardi, mentre Castelli, in assenza di Bossi e Maroni, esprimeva generiche e un po' confuse perplessità a nome della Lega, preoccupata soprattutto che con la devoluzione dell'istruzione tecnica si esaurisca tutto il federalismo scolastico.
La signora Moratti la cui poltrona di viale Trastevere in vista di un rimpasto fa gola a tanti colleghi non ha apprezzato affatto. "E' da lunedì scorso", è insorta visibilmente seccata, "che ho passato intere giornate, dalle sette del mattino alle otto di sera, a sentire tutti i soggetti coinvolti: regioni, presidi, sindacati... Ho tenuto costantemente al corrente i responsabili scuola dei vostri partiti e adesso voi fate così. Non ci sto". Berlusconi l'ha rassicurata: "Hai fatto un ottimo lavoro e tutti te ne abbiamo dato atto. L'impianto non si tocca, ti do la mia parola, è solo questione di dare a tutti il modo di approfondire meglio. Meglio rinviare". E così è stato.
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