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Repubblica-La guerra tra poveri dei precari della scuola

La guerra tra poveri dei precari della scuola CORRADO AUGIAS AUGIAS, sono una docente precaria, 31 anni, abilitata con concorso ordinario, la Ssis (Scuola di specializzazione all'insegn...

09/04/2002
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la Repubblica

La guerra tra poveri dei precari della scuola
CORRADO AUGIAS

AUGIAS, sono una docente precaria, 31 anni, abilitata con concorso ordinario, la Ssis (Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario), corso riservato: assicuro che, di fronte al terno al lotto del concorso ordinario e dello scandalo dei corsi abilitanti in cui i miei colleghi non sapevano tradurre una riga di latino (prendendo però l'abilitazione per insegnarlo!), la Ssis è stata la mia sola occasione di crescita come docente.
Nel tirocinio (fatto pur avendo già esperienza pluriennale d'insegnamento) sono stata guidata da docenti di scuola superiore e valutata sia da loro sia da professori universitari.
Non accetto che si ritengano "supervalutati" due anni di frequenza (1200 ore), sei esami a semestre più l'esame finale (scritto ed orale).
Antonella Galli
Lodi - galanto@libero.it
GENTILE Augias, sono un'insegnante abilitata presso la Ssis Toscana.
Per non trasformare la posizione dei "sissini" in un'altra "guerra fra poveri", dico che le difficoltà dei precari, come le nostre, vengono tutte dalla politica governativa di tagli alle cattedre e di indebolimento della scuola pubblica a vantaggio delle private.
I professori delle private, cui oggi è riconosciuto lo stesso punteggio dei pubblici, reclutati senza graduatoria, a discrezione dei presidi di quelle scuole, si trovano ora allo stesso livello di chi ha affrontato selezioni ben più dure.
Posso dire che i 30 punti sono solo il riconoscimento di un impegno durato due anni.
Ora si tratta di fare fronte comune contro chi intende vanificare i nostri sforzi riducendo le cattedre e squalificando la professione d'insegnante.
Romina Anichini

rominaanichini@interfree.it
GIORNI fa ho pubblicato la lettera di un'insegnante precaria che lamentava di essere scavalcata in graduatoria dagli abilitati nelle Scuole di specializzazione (Ssis). Ne è seguita una valanga di lettere di protesta da parte appunto dei "sissini". Molte tra l'altro con identico testo, segno che girano indicazioni comuni. Cito: Giorgio Bonora, Giovanni Rotella, Elena Scarpone, Dina Cuccuru, Rosa Franceschino, Sara Santinello, Cinzia Siddi, Francesca Basiricò, Francesca Larovere, Stefano Archetti, Fabrizio Eva, Fiorella Ghiandoni, Fernando Nonnis, Carolina Papi, Anna Maria Iafrate, Michaela Gornati, Silvia Dalla Palma, Enrica Zappa, Stefano Di Ludovico, Pietro Araldo, Barbara Caliani, Lucia Zaninelli. E mi scuso se non sono tutti. Non ho alcuna intenzione di attaccare ad ogni costo ministero e governo, però mi sembra ragionevole quanto scrive la professoressa Romina Anichini. In questa guerra assurda, tutto sarebbe più tollerabile, comprese alcune inevitabili ingiustizie, se al doppio binario (professori maturati dall'esperienza e professori che hanno speso due anni di studio duro per una formazione moderna) corrispondesse una politica ministeriale di rafforzamento e valorizzazione della scuola pubblica. Così come stanno le cose si ha invece la sensazione del contrario: politica della lesina e tagli da una parte, assunzioni in blocco dei professori di religione dall'altra, concorso dei dirigenti bloccato col rischio che un terzo delle scuole resti senza preside, soldi per la riforma, mediocre che sia, che non si sa se esistono. Il risultato è una "guerra tra poveri" come la chiama Romina Anichini: l'ultima cosa di cui la scuola italiana avrebbe bisogno.