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Repubblica: L´altra metà dell´Onda: noi colpite di più

Le ragazze in testa ai cortei di studenti e ricercatori al grido "accerchiamo i palazzi del potere"

15/11/2008
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la Repubblica

"Con i maschi si va d´accordo, sono disponibili al congedo maternità"
MARIA NOVELLA DE LUCA

ROMA - Le ragazze dell´Onda hanno vent´anni, le idee chiare e un´allegria che contagia. Organizzano, gestiscono, decidono e spesso nei cortei il megafono ce l´hanno loro. Immagine non solo simbolica di un movimento dove oltre agli slogan e ai cortei si affaccia un mondo nuovo di relazioni e sentimenti, di passioni e linguaggi, che riscopre le differenze di genere, rilancia le «assemblee delle donne», ma poi unisce, rielabora e reinventa. Plastico e liquido, come l´Onda. «Restate compatti, avanzate con le mani alzate, stiamo circondando i palazzi del potere», ripete e si sgola Noemi Massetti, 23 anni, studentessa di Fisica, dal camion con il sound system della Sapienza, che guida la testa del corteo, e quando gli slogan per un po´ si placano ecco Noemi che rilancia un «facciamoci sentire...». E´ la voce, un po´ roca, del corteo. «Nelle università sta succedendo una cosa bellissima - racconta - e cioè che spontaneamente si sono creati collettivi e assemblee delle donne, sempre più numerosi, e sono soprattutto le ragazze appena entrate all´università a cercare il contatto e il confronto. Perché una cosa è certa: se la crisi la paghiamo tutti, le donne la pagano di più. E poi l´Onda nasce proprio al femminile: non sono state le maestre e le mamme delle scuole elementari a dare il via alla protesta? E se c´è un elemento forte è che all´interno del movimento noi non siamo più le vivandiere o gli angeli della fotocopiatrice, ma sempre più protagoniste».
Idee limpide, comunicazione veloce, messaggi a spot: sono centinaia le ragazze che sfilano con l´adesivo che invita alla manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne del 22 novembre prossimo. «Parteciperemo con un corteo di studentesse, precarie e ricercatrici», spiega Caterina del coordinamento "Lunaelealtre", «perché se è vero che tra i giovani c´è sempre maggiore parità, ogni anno in Italia muoiono 100 donne per violenze domestiche che avvengono in famiglia nel silenzio e nell´indifferenza». I discorsi e linguaggi si intrecciano, alcune citano la differenza di genere, ma il "femminismo storico" è davvero materia del secolo scorso tra le ragazze che manifestano e che pure riscoprono la voglia di confrontarsi separatamente. Irene ad esempio, Scienza della Comunicazione alla Sapienza, in prima fila a tutte le assemblee delle donne della sua facoltà, dice chiaro che «il femminismo ha creato più danni che altro, spingeva a separare anziché unire, qui i discorsi devono essere concreti, io non voglio essere discriminata da un datore di lavoro se resto incinta e poi magari chiedo il part time per crescere il mio bambino». E aggiunge: «La nostra generazione è diversa, non c´è contrapposizione con i maschi: il mio ragazzo ad esempio dice che sarebbe felicissimo di poter prendere il congedo di matenità... ».
Maglioni di lana e poncho fatti a mano, pantaloni militari, kefiah e borse di tela grossa, le ragazze dell´Onda stanno riscrivendo codici e lessico del movimento al femminile. «Per noi è più difficile che per le nostre madri - ragiona Martina - Loro dovevano conquistare tutto, però hanno vinto. Noi sulla carta abbiamo pari opportunità, e siamo invece le prime ad essere licenziate...Che cosa è cambiato allora?»

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