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Repubblica it - La CGIL proclama lo sciopero generale

Maroni sicuro che si troverà un punto di incontro "Troveremo un accordo, chi rifiuta il dialogo sbaglia" La Cgil proclama lo sciopero generale Il segretario della Cisl Pezzotta "Prima il confr...

21/02/2002
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la Repubblica

Maroni sicuro che si troverà un punto di incontro
"Troveremo un accordo, chi rifiuta il dialogo sbaglia"

La Cgil proclama
lo sciopero generale
Il segretario della Cisl Pezzotta
"Prima il confronto poi la lotta"


ROMA - La Cgil rompe gli indugi e sull'articolo 18 proclama lo sciopero generale. La decisione è stata presa dal direttivo del sindacato di Corso d'Italia che ha approvato all'unanimità la proposta del segretario generale Sergio Cofferati. Dunque il 5 aprile i lavoratori si fermeranno per otto ore mentre il 23 marzo si terrà una manifestazione nazionale. Date che però potrebbero cambiare se dagli incontri con Cisl e Uil dovessero venire adesioni alla proposta della Cgil.

Cofferati dunque lancia la sua organizzazione nella sfida più difficile, uno sciopero generale da sola con Cisl e Uil che invece andranno al tavolo di trattativa proposto dal governo aprendo quindi un capitolo difficile nella storia delle relazioni fra i tre sindacati confederali. La risposta di Savino Pezzotta segretario della Cisl alla notizia dello sciopero proclamato dalla Cgil mostra irritazione: "Che lo faccia", dice il leader cislino che invece, parlando ai suoi dirigenti del centro Italia, propone un'altra strada. "La nostra posizione è molto chiara - cide Pezzotta - noi non siamo per modificare lo Statuto dei lavoratori. Siamo a ragionare su uno Statuto che consenta di allargare ed estendere le tutele. Se il Governo alla fine del confronto in corso manterrà le sue posizioni sull'articolo 18 e sull'arbitrato allora la Cisl proclamerà lo sciopero generale".

Intanto il clima nelle fabbriche si scalda. In una trentina di fabbriche della provincia di Torino ci sono stati oggi scioperi spontanei per dire no a qualunque modifica dell'articolo 18. Le iniziative di protesta - secondo la Fiom-Cgil - hanno coinvolto più di 10.000 lavoratori. I delegati di Fim, Fiom e Uilm della Carrozzeria Bertone di Grugliasco, azienda con oltre 2.000 addetti, in prevalenza giovani, e della Acerbi Viberti di Nichelino hanno inviato un documento unitario alle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil, nel quale si chiede che "non si avvii nessuna trattativa se non vi è lo stralcio dell'articolo 18 e che si usino tutte le forme di lotta, nessuna esclusa".

Sindacati in fibrillazione, dunque, mentre in mattinata il ministro del Welfare Roberto Maroni aveva avvertito Cofferati: "L'accordo può essere trovato anche senza la Cgil". Le parole di Maroni non hanno fatto effetto, evidentemente, sul segretario del più grande sindacato italiano. Ma il ministro insiste. "Discuteremo, dunque, con chi ci sta - aveva detto stamattina Maroni - con chi vuole collaborare, con chi vuole fornire le proprie idee e opinioni per 'costringere' il governo, se è il caso, a cambiare opinione. Chi rifiuta il dialogo, invece, mette il governo nelle condizioni di decidere quello che vuole, liberamente: questo è un danno anche per chi è rappresentato da questo sindacato. E come dire al governo: 'fai quello che vuoi, non mi interessa'".

Anche Confindustria dice la sua per bocca del segretario Stefano Parisi. "Crediamo sia indispensabile poter dialogare su tutto in materia di riforma del mercato del lavoro - ha detto Parisi - il fatto che ci sia qualcuno che dica che non si possa neanche parlare, però, mi fa pensare al clima degli anni Settanta


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