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Repubblica it: Il Ministero: dal 2011 la nuova scuola Pd e Cgil: rischia di saltare tutto

Per quest'anno confermato lo slittamento delle iscrizioni fino al 26 marzo Le obiezioni del Consiglio di stato possono bloccare la riforma

15/01/2010
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Iscrizioni a due velocità e riforma delle scuole superiori al via dal prossimo mese di settembre. Il ministero dell'Istruzione, dopo settimane di indiscrezioni, annuncia la pubblicazione della circolare sulle iscrizioni a scuola per l'anno 2010/2011 e le relative date. Come anticipato da Repubblica. it, per iscrivere i figli alla scuola dell'infanzia, alla primaria e alla secondaria di primo grado occorrerà muoversi entro sabato 27 febbraio. Mentre per i ragazzi in ingresso alla scuola superiore, a partire dal 26 febbraio, ci sarà tempo fino a venerdì 26 marzo. I regolamenti sulla riforma non sono stati ancora pubblicati, così, genitori e studenti dovranno ancora pazientare qualche settimana per conoscere quali materie dovranno studiare nel "new deal" gelminiano.
La nota di viale Trastevere dà anche una importante conferma che fuga tutti i dubbi sulle intenzioni del governo: la riforma delle scuole superiori si farà e partirà proprio dal 2010/2011. "Il Consiglio di Stato - spiegano dal ministero - ha dato parere positivo sui regolamenti". E "tra alcuni giorni, dopo il parere delle commissioni parlamentari, sarà resa nota la versione definitiva dei regolamenti con i quadri orari. Il ministero procederà poi a una massiccia campagna di informazione verso le scuole e le famiglie sulle novità introdotte". Questo, nonostante le critiche dell'organismo di giustizia amministrativa sui Regolamenti stessi che richiederebbero alcune modifiche.
Ma la polemica sulla riforma non si ferma. "Il parere del Consiglio di stato sui tre regolamenti riguardanti il riordino dell'istruzione superiore rende impossibile attuare la riforma nel prossimo dal prossimo anno scolastico", dichiara Alessandra Siragusa, componente della commissione Cultura alla Camera, che la prossima settimana dovrebbe dare il via libera ai Regolamenti. Dello stesso parere è Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, che va oltre.

"Anche le Regioni hanno manifestato parecchi dubbi - dice Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil". "Questa volta - continua - è il Consiglio di stato che fa una serie di importanti rilievi che richiedono il rinvio di almeno un anno". Ma di che si tratta? "La riforma è incompleta, lo dicono gli stessi giudici - conclude Pantaleo - e le scuole non sono in grado di definire una offerta formativa per il prossimo anno da comunicare alle famiglie. Ma c'è di più: i regolamenti ledono l'autonomia delle istituzioni scolastiche e anche quella delle stesse regioni. Per fare tutto e subito si sta rischiando di dare forma ad un mostro, il tutto per recuperare i tagli programmati dal governo un anno e mezzo fa".
Ma il governo, come aveva annunciato lo stesso premier, Silvio Berlusconi, pochi giorni fa va avanti. "La riforma dei licei - spiegano - può essere considerata epocale. L'impianto rivede complessivamente la legge Gentile del 1923". Dal prossimo anno scolastico, prenderanno il via i nuovi licei, i nuovi istituti tecnici e i nuovi professionali. "L'obiettivo è quello di coniugare tradizione e innovazione". Ma ancora occorre chiarire alcuni aspetti. Partirà dalla prima classe soltanto o coinvolgerà anche le seconde, come dice l'attuale testo? E saranno coinvolte, come si vocifera, anche le terza classi? La possibilità che la riforma parta dalla sola prima classe sarebbe stata condizionata alla riduzione delle ore, ma con i curricula attuali, anche in seconda e terza.
E' certo che dal prossimo anno, in luogo dei 396 indirizzi attuali (tra sperimentazioni e corsi ordinamentali) ce ne saranno soltanto 23: 6 licei, 11 istituti tecnici e 6 indirizzi per gli istituti professionali. "Si supera - commentano dal ministero - la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana". Ma sullo sfondo della riforma restano i rilievi del Consiglio di stato che nei pareri "si sofferma sui punti che non ritiene superati o assorbiti dalla risposta del Ministero", dopo lo stop di dicembre.
Secondo i giudici, il Piano programmatico (quello che ha teorizzato e sta attuando il taglio di 133 mila posti nella scuola in soli tre anni) viene impropriamente "richiamato a monte e a valle", ma prende atto che il ministero riformulerà il testo. Ma c'è dell'altro. Il Consiglio di stato mantiene forti perplessità sul Comitato scientifico (con soggetti esterni) e sui Dipartimenti di cui le scuole dovrebbero dotarsi fra qualche mese. "La disposizione suscita perplessità" sia perché gli organismi in questione sono estranei alla delega che il Parlamento ha votato al governo sulla riforma, sia riguardo "al rispetto dell'autonomia scolastica, apparendo poco convincente la giustificazione fornita dal Ministero".
E conferma anche l'obiezione sulla opportunità di emanare semplici decreti ministeriali successivi per le "Indicazioni nazionali" sugli obiettivi specifici di apprendimento, sull'Articolazione delle cattedre per ciascuno dei percorsi liceali in relazione alle classi di concorso del personale docente e sugli gli Indicatori per la valutazione e l'autovalutazione dei percorsi liceali. "La natura dell'oggetto di disciplina - si legge nei regolamenti - suggerisce l'utilizzo di atti aventi forza normativa. (...) La Sezione prende atto che il Ministero ha raccolto tale suggerimento".
Ed è su questo punto che le cose potrebbero andare per le lunghe. I tre Regolamenti devono ancora essere votati dalle commissioni Cultura di Camera e Senato, andare alla firma del Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, ottenere l'ok della Corte dei conti ed essere pubblicati in gazzetta per essere attuativi. Ma per essere completa la riforma dovrebbe anche contenere i tre documenti che la Gelmini contava di produrre con semplici decreti. Si tratterà, con tutta probabilità, di decreti del Presidente della repubblica soggetti ad un iter piuttosto lungo.


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