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Repubblica-Il premier: "Meno spesa pubblica" con il Dpef arriva il giro di vite

I CONTI Il debito corre verso 3 milioni di miliardi di vecchie lire Il premier: "Meno spesa pubblica" con il Dpef arriva il giro di vite Nel mirino il costo della sanità. Pensioni, scende l'o...

25/05/2002
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la Repubblica

I CONTI
Il debito corre verso 3 milioni di miliardi di vecchie lire
Il premier: "Meno spesa pubblica" con il Dpef arriva il giro di vite

Nel mirino il costo della sanità. Pensioni, scende l'onere nei prossimi 10 anni
ELENA POLIDORI

ROMA - "Incidere sulla spesa". Silvio Berlusconi riconosce che qualcosa nei conti non va; dice che "c'è preoccupazione e non allarme", che il paese va verso un debito di 3 milioni di miliardi di vecchie lire. E annuncia interventi per "rallentare la dinamica della spesa pubblica e cambiare il suo mix": saranno contenuti nel Dpef, i primi di giugno. Spiega: "E' necessario che la dinamica di crescita del pil e quella delle spese non siano parallele: quest'ultima poi non deve superare l'andamento del prodotto interno lordo". Sul piano meno tecnico: bisogna "fare delle scelte" e comportarsi "come un padre di famiglia che deve decidere se comprare un frigorifero nuovo o mandare il figlio a studiare inglese negli Usa".
Il pil: ecco il punto. Quanto crescerà? Il governo finora si è detto convinto che l'anno si chiuderà con un più 2,3% e con un deficit-pil dello 0,5%. Ma tutti gli osservatori internazionali e ora anche la Confindustria, ritengono che, al massimo, il pil 2002 aumenterà dell'1,3%. Si tratta di vedere se nel Dpef le cifre originarie saranno riconfermate o, se cambiate, di quanto. Al Tesoro minimizzano. Se anche il paese crescesse quel poco che profetizza la Confindustria o addirittura solo dell'1,2%, l'ipotesi più nera tra quelle previste ufficialmente, i contraccolpi sul deficit sarebbero minimi, di qualche decimo di punto. E se anche per ipotesi alla fine servisse davvero ad una correzione, - 16 miliardi di euro, ipotizzano gli industriali - sarebbe niente rispetto alle maxi manovre degli anni passati, i 90 mila miliardi di Amato nel '92, o i 50 mila dello stesso Tremonti nel '94.
Di sicuro la crescita ha a che fare anche con il contesto internazionale. Sul piano interno poi, i dati sono ancora contraddittori: il fatturato ha subìto uno stop, il pil una gelata. Le vendite al dettaglio di marzo, significative per i consumi, hanno invece registrato un balzo del 3%, il più consistente da due anni (a febbraio era stato 0,3%).
Comunque, la spesa sanitaria accelera troppo: l'ha detto Berlusconi. E ieri, nel primo giro di tavolo dedicato al Dpef, ha fornito alcune cifre parlando dell'aumento esponenziale della spesa dal '95: prestazioni sociali (+40%), redditi dei dipendenti pubblici (+30%), consumi intermedi (+50%), spese correnti (+81%). In compenso migliora la spesa pensionistica: secondo uno studio della Ragioneria, nel periodo 2000-2010 si riduce la dinamica della spesa, con 460 mila assegni erogati in meno.
Incidere sulla spesa, dunque. Il governo vuole reperire risorse per cominciare a ridurre le tasse, avviare le grandi opere e finanziare la riforma degli ammortizzatori sociali.


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