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Repubblica-Il giorno dopo l'accordo le segreterie aprono il confronto, la Cgil prepara gli scioperi -La Cisl fa i conti con la base tregua "armata" nella Uil

Il giorno dopo l'accordo le segreterie aprono il confronto, la Cgil prepara gli scioperi La Cisl fa i conti con la base tregua "armata" nella Uil ROMA - Dopo una lunga riunione della di...

02/06/2002
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la Repubblica

Il giorno dopo l'accordo le segreterie aprono il confronto, la Cgil prepara gli scioperi
La Cisl fa i conti con la base tregua "armata" nella Uil

ROMA - Dopo una lunga riunione della direzione, durata fino alle due di notte di venerdì, la "bufera" nella Uil sembra, per il momento, rientrata. Per la Cisl, invece, l'esecutivo di domani si annuncia particolarmente vivace: metalmeccanici e bancari sono sul piede di guerra. La Cgil, infine, conferma: "L'11 e 12 decideremo le nuove forme di mobilitazione e di lotta, che comprenderanno anche un nuovo sciopero generale". Il giorno dopo il vertice con il governo e le altre parti sociali a Palazzo Chigi, i sindacati portano visibili su di sé i segni della drammatica rottura.
Nella Uil, i segretari confederali Franco Lotito e Paolo Pirani, che avevano apertamente contestato il comportamento del segretario generale Luigi Angeletti, rinfoderano le armi. Sulla mozione finale della direzione i due dirigenti (più altri quattro) si astengono, dopo aver preso atto - spiega Pirani - che il documento prevede che al momento della prima verifica dell'andamento dei quattro tavoli aperti con il governo, il 18 giugno, ci sarà il coinvolgimento degli organismi dirigenti, compreso quel Comitato centrale che ieri avevano chiesto invano fosse immediatamente convocato. Che cos'è accaduto? Che Angeletti - accusato di aver tradito la linea decisa al congresso di Torino - ha deciso di contrattaccare, sollecitando piuttosto un Comitato centrale con all'ordine del giorno la sfiducia nei confronti del segretario generale. A quel punto il dissenso - rappresentato in particolare dai settori dei trasporti e del commercio, dai pensionati, dalla Uil Friuli e dalla Uil Roma, mentre la Uilm non ha chiesto la parola - è rientrato, in attesa di vedere che cosa accadrà. Una tregua armata.
Sul fronte Cisl, si fa sentire il leader dei metalmeccanici, Giorgio Caprioli, che esprime forti critiche nei confronti dell'atteggiamento della sua confederazione, annunciando peraltro che martedì, nel direttivo della Fim, farà una proposta per l'estensione delle tutele occupazionali anche ai lavoratori delle imprese sotto i 16 dipendenti. "La mia è una valutazione critica - spiega Caprioli - che va in due direzioni: nei confronti della Cgil, che continua a mantenere un atteggiamento di cui non si conosce l'esito, dall'altra verso la scelta di una trattativa piena di insidie e che può terminare come quella di quattro mesi fa quando terminò ancora prima di cominciare".
In sostanza, Cisl e Uil confidano nella giornata del 18 giugno, quando - contestualmente all'esame della bozza del Dpef - si farà la prima verifica dei tavoli di settore: siccome tre dei quattro tavoli (fisco, mezzogiorno e ammortizzatori) hanno bisogno di risorse, "il governo dovrà in quell'occasione - dice Pierpaolo Baretta, Cisl - scoprire le carte". Nel frattempo, però, dirigenti e delegati di Cisl e Uil che dovranno parlare nelle fabbriche tremano: "Un conto è dirsi le cose nei palazzi del sindacato, un altro è spiegare certe scelte nei luoghi di lavoro". Voci maliziose sostengono che Angeletti abbia già messo in conto di perdere il 15 per cento degli iscritti, "recuperabili" tra i parasubordinati.
(r.d.g.)
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