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Repubblica-Epifani:Falsità sui sindacati

INTERVISTA Epifani, numero due della Cgil: falsità sul sindacato "Ma è il premier che tutela solo pochi privilegiati" "Il copione è sempre lo stesso: un giorno vuole il dialogo, il giorno d...

05/05/2002
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la Repubblica

INTERVISTA
Epifani, numero due della Cgil: falsità sul sindacato
"Ma è il premier che tutela solo pochi privilegiati"

"Il copione è sempre lo stesso: un giorno vuole il dialogo, il giorno dopo attacca"
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - "Il copione è sempre lo stesso. Un giorno Berlusconi dice che vuole dialogare, il giorno dopo attacca il sindacato, tra due giorni magari farà una nuova proposta sulla delega di riforma del mercato del lavoro". Davanti alle nuove accuse del presidente del consiglio ai sindacati "conservatori" e che "agitano le piazze", il vicesegretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, non si scompone.
Epifani, il governo chiede al sindacato di abbassare i toni e si prepara alla convocazione delle parti sociali per tentare di uscire dal muro contro muro sull'articolo 18. Ora però lo stesso premier torna a punzecchiarvi. Che cosa sta succedendo?
"Io credo che il governo stia creando, forse volutamente, un quadro di estrema confusione agli occhi dell'opinione pubblica: un giorno auspica il dialogo, il giorno dopo ci attacca e, quotidianamente, continuano a uscire proposte diverse. La cosa certa è che tutto questo accentua le nostre critiche. L'unica cosa che il governo dovrebbe fare è predisporre le condizioni di un confronto serio. Inoltre dovrebbe rispondere alla nostra richiesta di incontro sulla delega fiscale. Berlusconi può anche dire che l'anno prossimo ridurrà le tasse, ma nel frattempo porta in Parlamento una delega di riforma del Fisco, che non è stata mai sottoposta all'attenzione dei sindacati, cosa questa mai accaduta in 30 anni".
Voi dite che se passerà la delega fiscale, darete inizio a una lunga stagione di rivendicazioni salariali nei luoghi di lavoro. Conferma?
"La politica fiscale del governo non può non avere conseguenze sulla politica dei redditi e, dunque, sulla politica sindacale di difesa del potere d'acquisto dei redditi dei lavoratori e dei pensionati: la riduzione delle aliquote a due soltanto colpisce i redditi e nega il più elementare principio di progressività delle imposte. Se il governo continua a sottrarsi al confronto su questi temi il nostro giudizio non può che essere negativo e la nostra reazione fermissima".
Berlusconi dice che avete tollerato per anni la mancata attuazione della previdenza complementare e ora vi accusa di voler impedirla, opponendovi alla delega sulle pensioni. È così?
"Il varo della previdenza integrativa è contenuto negli accordi del '92. Siamo noi semmai a denunciare i ritardi. Ora ci sono le condizioni per farla, ma non c'è alcun bisogno di rendere obbligatorio il prelievo del Tfr ai fondi, perché sarebbe contro la libertà dei lavoratori. Quanto alla decontribuzione sui nuovi assunti, il governo deve spiegare come coprirà poi il buco che si aprirebbe nei conti Inps".
Berlusconi sostiene che siete in contraddizione. Per ben due volte, dice, avete permesso il rinvio della riforma degli ammortizzatori sociali e oggi agitate la piazza contro una sospensione temporanea di un diritto a lavoratori che sono precari, disoccupati...
"Qui c'è ancora una volta un falso. Chi ha proposto di partire con una discussione sugli ammortizzatori sociali è stato il sindacato, ma il ministro del Welfare e il suo sottosegretario hanno detto di no. Noi chiediamo da dieci anni che questa riforma si faccia. Non si può rovesciare in questo modo il vero e il falso, mischiando tra l'altro cose totalmente diverse come gli ammortizzatori sociali e l'articolo 18, non si può falsificare la realtà: quando si dice che Berlusconi è Pinocchio si dice, purtroppo per il Paese, una cosa vera".
Un'altra accusa che Berlusconi vi fa piuttosto di frequente è di essere dei conservatori, l'ha detto anche al convegno della Confartigianato. Vi sentite tali?
"Chi sta conservando dei privilegi per i pochi, che si arricchiscono ancora di più, e a scapito dei molti, che perdono diritti, è proprio il governo. Lo si può vedere in tutte le sue iniziative e nei contenuti delle tre deleghe su Fisco, mercato del lavoro e previdenza".


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