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Repubblica-Cofferati: nuovo sciopero ma Cisl e Uil dicono di no

leader Cgil scrive a Pezzotta e Angeletti per una piattaforma comune Cofferati: nuovo sciopero ma Cisl e Uil dicono di no Maroni a Paci: pensioni invariate grazie al Tfr Sul sommerso anche Fin...

22/05/2002
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la Repubblica

leader Cgil scrive a Pezzotta e Angeletti per una piattaforma comune
Cofferati: nuovo sciopero ma Cisl e Uil dicono di no
Maroni a Paci: pensioni invariate grazie al Tfr

Sul sommerso anche Fini chiede uno sforzo maggiore. Il Cnel: 3,5 milioni di irregolari
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - La Cgil propone un nuovo sciopero generale contro le modifiche all'articolo 18, ma Cisl e Uil dicono di no. Sergio Cofferati ieri ha inviato una lettera a Savino Pezzotta e Luigi Angeletti nella quale sottopone loro l'idea di una piattaforma comune, che definisca "le priorità in materia di lavoro" e la scaletta delle iniziative di lotta - compreso appunto un nuovo sciopero generale - nel caso di un nuovo no del governo alla richiesta di definitivo stralcio delle modifiche all'articolo 18 dalla delega sul mercato del lavoro. Nell'occasione Cofferati chiede la convocazione delle segreterie unitarie dei tre sindacati per "una nostra ferma e ulteriore risposta" al governo.
La replica di Angeletti è secca e immediata: "Non vediamo adesso la necessità di fare un nuovo sciopero generale". Pezzotta, che non ha gradito l'invito tramite lettera, manda a dire invece che risponderà nei prossimi giorni con un'altra lettera. Non è difficile, tuttavia, immaginare la risposta. Bastino le parole del suo segretario confederale, Pierpaolo Baretta: "Penso che siano più efficaci iniziative articolate, piuttosto che lo sciopero generale". È questo l'orientamento anche della Uil: ieri il Comitato centrale, che si è svolto all'Inps, ha espresso infatti il suo favore nei confronti di iniziative di mobilitazione articolate, questa volta non per territori, ma per categorie. Nella sua relazione introduttiva, Angeletti - che in due ore non ha fatto cenno alla lettera di Cofferati - ha ricordato al governo che senza concertazione i sindacati saranno costretti ad abbandonare la linea della moderazione salariale: di qui il via a una serie di vertenze nei luoghi di lavoro, che potrebbero anche essere "snobbati" dal governo, ma non avranno certo il gradimento degli industriali.
Proseguono, intanto, le polemiche sul sommerso. Mentre i ministri Maroni e Tremonti smentiscono che su questo tema sia in atto uno scontro all'interno del governo (martedì il Cipe dovrebbe esaminare il piano con gli strumenti applicativi messo a punto da Tesoro e Welfare), il vicepremier Gianfranco Fini ammette che "occorre fare di più". Quanto alla divergenza di opinioni manifestata nei giorni scorsi da Maroni e Tremonti, il sottosegretario all'Economia, Vito Tanzi, spiega che "probabilmente hanno ragione tutti e due". Dal Cnel, intanto, si viene a sapere che l'incidenza dell'economia sommersa sul Pil è del 15,4 per cento e corrisponde a 3,5 milioni di italiani che lavorano in nero. Il presidente dell'Inps, Massimo Paci, conferma le sue preoccupazioni sul futuro della previdenza pubblica: "Mi sembra di capire che il governo acceda all'idea che i trattamenti pensionistici pubblici debbano essere ridotti". Paci si è detto però tranquillizzato dalle parole di Maroni, il quale ha assicurato che il trasferimento del Tfr nei fondi pensioni (13 miliardi di euro all'anno in caso di trasferimento obbligatorio) garantirà ai giovani un trattamento previdenziale complessivo invariato. Maroni ha tuttavia precisato che la componente "pubblica" dipenderà dalla situazione dei conti dello Stato.