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Repubblica-Cofferati:Indegne accuse alla CGIL

leader sindacale respinge le criminalizzazioni: se rinunciamo alle nostre idee, vince il terrorismo "Indegne accuse alla Cgil" Cofferati convince Pezzotta e Angeletti a non mollare iniziative ...

21/03/2002
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la Repubblica

leader sindacale respinge le criminalizzazioni: se rinunciamo alle nostre idee, vince il terrorismo
"Indegne accuse alla Cgil"
Cofferati convince Pezzotta e Angeletti a non mollare

iniziative confermate La difesa del merito e la conferma delle proprie iniziative è l'unica vera risposta
le relazioni tra le parti Per la prima volta il terrorismo vuole alterare le relazioni tra le parti sociali
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - Sapeva che la giornata sarebbe stata tutta in salita, che avrebbe dovuto affrontare le pressioni di Cisl e Uil per rinviare ogni decisione sullo sciopero generale unitario contro le modifiche all'articolo 18, ma soprattutto una prevedibile escalation delle accuse alla Cgil sul presunto clima di odio nel Paese, di cui aveva già avuto qualche avvisaglia la notte prima. Per questo era teso il leader della Cgil, Sergio Cofferati, quando è arrivato nella sede nazionale della Uil per la riunione delle segreterie unitarie, la cui conclusione era tutt'affatto scontata.
Al contrario del segretario generale della Cgil, che non ha profferito parola, il leader della Cisl, Savino Pezzotta, giunto in Uil una ventina di minuti dopo, dichiarava infatti che "per battere il terrorismo bisogna riprendere il dialogo", tradendo in questo modo la tentazione di frenare la marcia verso lo sciopero generale unitario. Da parte sua, il leader della Uil, Luigi Angeletti, che era in attesa dei due colleghi al settimo piano, scendeva al piano terra e affermava alla stampa: "Credo che lo sciopero generale sia derubricato dalla nostra agenda". Non era questa, invece, l'idea di Cofferati. "Lasciamo pure sul tavolo i temi del conflitto con il governo - dice il segretario della Uil, aprendo una riunione che sarebbe durata tre ore - ma parliamone più avanti. Ora diamo piuttosto priorità assoluta all'emergenza terrorismo". La Uil propone una manifestazione a Roma per mercoledì con fiaccolate in tutte le città. Cofferati scuote la testa: "Troppo lontano mercoledì, diamo una risposta subito: noi ritiriamo le bandiere dalla manifestazione di sabato, fatela insieme a noi". Una proposta, questa, che viene giudicata "impraticabile" sia da Angeletti che da Pezzotta.
Cofferati non molla: "Noi la facciamo ugualmente". Non solo: "Se voi dite che bisogna continuare nella lotta contro le deleghe del governo - incalza - allora proclamiamo lo sciopero generale e decidiamo adesso la data". E sottolinea un concetto che avrebbe ribadito successivamente al Maurizio Costanzo show: "Il modo più efficace per rispondere alla violenza è ristabilire e riconfermare la fisiologia dei rapporti tra le parti sociali, anche là dove questa è aspra". Cisl e Uil si convincono, anche perché a nessuno sfugge che "se ci si fosse divisi sul terrorismo si sarebbe prodotta una spaccatura storica e di lungo periodo tra di noi". La linea di Cofferati passa, ma la data dello sciopero sarà stabilita mercoledì: "Non ci potete chiedere più di così", gli dice Pezzotta, che esce dalla riunione nero in volto.
A Cofferati ora non resta che condurre la controffensiva nei confronti delle pesanti accuse che, nel frattempo, da più parti hanno raggiunto la Cgil. Il leader della Cgil coglie l'occasione della trasmissione di Costanzo per una risposta durissima: "Le cose assurde che ho sentito dire oggi, come quelle contro la mia organizzazione, o l'accreditare la tesi priva di qualsiasi fondamento per cui i conflitti e la dialettica sociale - afferma - possono produrre mostri sono dichiarazioni fuori luogo, inaccettabili". E ricorda: "Il terrorismo ha sempre considerato il sindacato come nemico e per questo ne siamo stati sempre vittime. Dimenticarselo è un atto indegno e insopportabile".