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Relica-Cofferati non ci sta: siete voi a togliere diritti ai giovani -Anche la Cisl dice sì allo sciopero. Ipotesi 19 aprile pubb

LA POLEMICA Il leader della Cgil in piazza a Barcellona Cofferati non ci sta: siete voi a togliere diritti ai giovani Anche la Cisl dice sì allo sciopero. Ipotesi 19 aprile "L'esecutivo si ...

15/03/2002
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la Repubblica

LA POLEMICA
Il leader della Cgil in piazza a Barcellona
Cofferati non ci sta: siete voi a togliere diritti ai giovani
Anche la Cisl dice sì allo sciopero. Ipotesi 19 aprile

"L'esecutivo si è preso la grave responsabilità di produrre un pesante scontro sociale"
DAL NOSTRO INVIATO
ELENA POLIDORI

BARCELLONA - "E' il governo che vuole togliere i diritti ai figli". Sbotta, Sergio Cofferati, mentre sfila lungo le strade di Barcellona. Ha appena saputo della linea dura di Berlusconi, di quel suo accenno alle proteste dei padri contro le proprie discendenze e vuole rispondere a caldo: "Le proposte del governo mirano a cancellare i diritti fondamentali per i giovani....noi vogliamo che i figli abbiano le stesse tutele dei genitori...l'esecutivo si è preso la grave responsabilità di produrre un pesante scontro sociale".
Il leader della Cgil è in piazza, insieme a migliaia di sindacalisti europei (70 mila persone? perfino 100 mila, per alcuni) decisi a protestare contro le proposte di maggiore flessibilità del lavoro che pure si discuteranno qui in Spagna, durante il summit Ue del week-end. E' arrivato l'altra sera, col numero due Guglielmo Epifani, Walter Cerfeda, alcuni segretari confederali di Cisl e Uil e ad altri 300 "compagni", che hanno riempito due voli charter. In mattinata ha visitato la cattedrale. Ora è lì, in corteo, lungo la via Laietana, vicino ad un pulmino Cgil che fa da punto di riferimento tra la folla per tutti gli italiani. Dice: "La scelta del governo è davvero grave, la distinzione Nord-Sud è vergognosa. Ci sono tutte le condizioni per decidere iniziative comuni, per far sì che i sindacati italiani, discutendone, scelgano modalità e forme per dare la risposta più ferma, più decisa, più determinata a questo governo". Da Roma, Pezzotta e Angeletti paiono pensarla come lui. "A questo punto non resta che lo sciopero generale", annuncia il segretario della Uil.
"Risponderemo con forza alla linea sbagliata del governo", proclama il leader Cisl che bolla come "gravi" le scelte del consiglio dei ministri. E subito annuncia che lunedì, all'esecutivo della confederazione, proporrà lo sciopero generale, ma evita di dire se sarà unitario: "Vedremo", è la risposta.
Ed ecco il punto: cosa succederà, in concreto, adesso che il governo ha riconfermato le sue idee sull'articolo 18? Davvero i sindacati ritroveranno l'unità che ha vacillato così forte nelle ultime settimane? Epifani rivela che per la manifestazione del 23 a Roma la Cgil ha già impegnato 6 mila pullman, mettendo dunque in piedi una macchina organizzativa non proprio semplicissima da fermare. Cofferati non si scopre più di tanto. Riconferma che la manifestazione e lo sciopero del 5 sono "decisioni prese, che restano". Però dice anche che è pronto ad andare alla riunione della segreteria unitaria, in programma "nei prossimi giorni", comunque prima di martedì, "col massimo della disponibilità a discutere insieme le cose da fare". E in questo senso si sta facendo largo l'ipotesi di fissare lo sciopero generale unitario per il 19 aprile. Già, ma cosa succederà dopo lo sciopero ? "Noi non diamo per scontato che il governo possa andare avanti tranquillamente", risponde Cofferati. "Ormai sono in molti ad avere la consapevolezza che intorno ai nostri temi comincia ad esserci un vasto schieramento che gli farà cambiare idea". E si può leggere questa prova di forza del segretario Cgil come una sua possibile, futura candidatura alla segreteria Ds? Silenzio.
S'allontana, Cofferati, tirato per la giacca da gente sconosciuta che vuole abbracciarlo. Tra la folla, un gruppo di attivisti col cappelletto rosso della confederazione chiede e ottiene di farsi una foto insieme; un drappello di ragazzini reclama un autografo. Finchè sale sul palco, con i colleghi spagnoli che arringano la piazza, mentre una cantante catalana intona un fado alla Dulce Pontes: "anch'io canterei, ma non ho voce". Oggi sarà di nuovo a Roma, a ricercare con Pezzotta e Angeletti le "iniziative comuni" appena annunciate.


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