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Regioni in allarme: «Scuole da fermare» No del governo, le Marche chiudono

L'allerta nelle scuole sembra essersi rialzata più forte di prima e si rincorrono infatti da Nord a Sud le segnalazioni delle varianti inglese e brasiliana

26/02/2021
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Il Messaggero

Troppi contagi e le scuole finiscono di nuovo nel mirino. Le Regioni non vogliono più aspettare e chiedono al Governo di fare chiarezza: serve una linea chiara da adottare per evitare quel caos di blocchi e ripartenze che ha caratterizzato l'autunno e la ripresa a gennaio, scaglionata di un mese. L'allerta nelle scuole sembra essersi rialzata più forte di prima e si rincorrono infatti da Nord a Sud le segnalazioni delle varianti inglese e brasiliana: gli istituti, anche di scuola elementare, sono alle prese con un'emergenza che sembra essersi rinnovata. E si diffonde velocemente anche tra i più piccoli. C'è chi chiude per 14 giorni e manda tutti in quarantena, da Roma alla Lombardia, e chi invece decide di serrare tutto a livello comunale e di riaffidarsi alla didattica a distanza. 
LE PRESSIONI DEI GOVERNATORIE i presidenti di Regione, che con le ordinanze potrebbero decidere di chiudere tutto, premono per capire come muoversi. Hanno chiesto ai ministri della Salute Speranza e degli Affari regionali Gelmini l'intervento chiarificatore del Cts: un parere formale degli esperti rispetto all'apertura delle scuole. L'obiettivo è fermarsi prima di arrivare alla saturazione dei posti letto negli ospedali e nelle terapie intensive. La richiesta avanzata al Governo, quindi, è di chiudere le scuole, come un anno fa, per lasciare il tempo a tutti i docenti e agli operatori scolastici di vaccinarsi. Per ora le somministrazioni dei vaccini e le prenotazioni riservate al personale della scuola e dell'università sono state già avviate nel Lazio, in Piemonte e in Emilia Romagna. La soglia dei 55 anni per il vaccino Astrazeneca è stata superata con il via libera del ministero della salute fino a 65 anni. Restano ancora fuori però i docenti egli operatori dai 65 ai 67 anni di età, per i quali non potrà esser utilizzato Astrazeneca e servirà un intervento diverso. La campagna però è appena iniziata e in pochissimi territori. 
Quindi serve prendere tempo. Ma la chiusura delle lezioni in presenza, su cui i governatori hanno chiesto pareri, potrebbe andare in contraddizione con le altre aperture. «È difficile parlare di chiusure degli istituti da una parte e di riaperture di attività commerciali dall'altra - hanno fatto notare Gelmini e Speranza. E la Gelmini ha sottolineato anche come ci sia «una contraddizione» nelle due richieste dei governatori. Ma c'è chi ha già deciso: il governatore della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha deciso di mandare in didattica a distanza il 100% delle scuole superiori e oggi firmerà l'ordinanza anche per lo stop alle lezioni in presenza nelle classi seconde e terze di scuola media delle province di Ancona e Macerata. Una decisione forte, che non mancherà di provocare polemiche. 
PUGLIA, INTERVIENE IL TAR
Come sta accadendo in Puglia dove la battaglia si combatte anche al Tar, che ha bocciato la vecchia ordinanza facendone riformulare un'altra: fino al 14 marzo infatti tutte le scuole pugliesi, dalle materne alle superiori, saranno in dad al 100%. Ma il Comitato per il diritto alla salute e all'istruzione e il movimento Priorità alla scuola chiedono alla Regione la documentazione per «la reale operatività di tutti i Piani d'azione per la messa in sicurezza della scuola». Lo scontro che si sta disputando in Puglia va avanti da mesi: «le scuole sono un forte volano di circolazione del virus ha spiegato su Radio1 l'assessore regionale alla sanità Pierluigi Lopalco - purtroppo è stata fatta una questione ideologica e politica e ogni volta che facciamo un'ordinanza viene impugnata da un gruppo di genitori, da un'associazione. Ma questo è un momento delicato, siamo ad un bivio: deve essere utilizzata dal didattica digitale». 
SCUOLE CHIUSEScuole chiuse, da domani, anche a Bologna dove scatterà la zona arancione scuro: dal lunedì primo marzo, quindi, saranno aperti solo la scuola dell'infanzia e i nidi. Da sabato anche la provincia di Pistoia sarà zona rossa, quindi con le scuole superiori e le classi seconde e terze medie che tornano a seguire le lezioni da casa . Nel Lazio è già zona rossa nei Comuni di Colleferro, Carpineto Romano e Torrice. In Lombardia è stata prorogata la zona rossa a Bollate, vicino Milano, a Viggiù in provincia di Varese e a Mede vicino Pavia. Scuole chiuse inoltre da Sanremo e Ventimiglia a Brescia, in zona arancione rafforzato, fino a Campobasso e Perugia ternano. In Sardegna è stata indicata la zona rossa a San Teodoro con le scuole chiuse anche a Budoni e in Sicilia a San Cipirello e San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo. 
L. Loi.


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