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«Ragazzi, niente paura siamo dalla vostra parte Seguite i suggerimenti di Serianni e Samantha»

intervista a Valeria Fedeli

21/06/2017
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Corriere della sera

Si comincia finalmente. Emozionata?

«Beh sì, anche se l’esame non lo faccio io, ma mi sento molto vicina a tutti i ragazzi e le ragazze che da oggi affronteranno la Maturità».

Sorride Valeria Fedeli. Da sei mesi alla guida del ministero dell’Istruzione, l’esame di Maturità è stato uno dei suoi chiodi fissi. «Fin dall’inizio ho voluto un percorso di accompagnamento per gli studenti, a tutti i livelli, dalla scelta della seconda prova alla campagna #nopanic con i consigli dell’astronauta Samantha Cristoforetti, dalle indicazioni per il tema del linguista Luca Serianni ai suggerimenti su cosa mangiare dello chef Alessandro Borghese, fino alle informazioni su cosa portare per lo scritto, quali fogli, no ai tablet: tutto per far sentire ai ragazzi che il ministero è dalla loro parte e che ansia e paura non servono».

In Rete da giorni c’è la caccia alle tracce del tema, siti con quelle «che non usciranno mai», altri con i titoli «sicuri». Come orientarsi?

«Sono tutte fake news , non bisogna farsi prendere in giro. Io ai ragazzi dico semplicemente di vivere questo esame con serenità, ciò che verrà loro chiesto è in coerenza con il percorso di studi fatto durante l’anno. Ma se penso agli studenti incontrati in questi mesi, so che sono già “maturi”, consapevoli e attenti al loro tempo e già dentro al mondo. Sono fiduciosa che la loro maturità andrà bene. E aggiungo: riascoltate i consigli dei nostri testimonial. Non è un caso la scelta della Cristoforetti, donna che ha avuto successo in un mondo di uomini. E il professor Serianni, profondo studioso della lingua italiana».

Lui avrebbe corretto con un segno rosso l’errore «traccie» sul sito del Miur...

«È stato inaccettabile, ho preteso le scuse formali dal fornitore tecnico del sito responsabile dell’errore. I testi inviati dal Miur erano corretti, poi è comparso quel titolo con una “i” di troppo, non si può sbagliare così. Ci siamo scusati prima di tutto con i ragazzi».

Come va il gomito?

«Bene. Ma quella al Senato durante la discussione del ddl sullo ius soli è stata una brutta giornata. Quelle scene di sopraffazione e impedimento non sono accettabili nelle Aule di massima rappresentanza istituzionale: un contrasto enorme con ciò che dovremmo rappresentare e insegnare».

È stato il senatore Centinaio a farle male?

«Non l’ho mai detto. Lui si è aggrappato ai banchi del governo e io non mi sono spostata, ma non lo avrei mai fatto: per ciò che in quel momento rappresentavo — il governo —, per la mia figura di ministro dell’Istruzione che conosce il lavoro fatto nelle scuole per includere chi resta indietro e soprattutto per tutti quei bambini e quelle bambine figli di immigrati nati qui e che parlano i nostri dialetti, tifano Roma o Juve... non l’ho vissuta come un’aggressione a me ma a tutti loro».

Il ddl sullo ius soli così com’è va bene?

«Ha tanti paletti, ma sì. Però l’integrazione è un valore che comprende lingua, leggi, regole, i valori della Costituzione, è il farti sentire parte di qualcosa e questo è possibile solo con l’istruzione, diritto fondamentale per farti diventare persona consapevole».

Ricorda don Milani, che lei lo scorso 5 giugno ha portato al Miur...

«Ho sempre fatto mio il suo messaggio di inclusione, fin da quando facevo la sindacalista: più conosci e più sei padrone dei tuoi strumenti di conoscenza. Mi è sembrato naturale riconoscere la sua importanza per la scuola italiana. E l’obiettivo della scuola deve restare quello di fare il massimo perché nessuno sia discriminato e tutti abbiano gli strumenti per scegliere il proprio futuro».

Claudia Voltattorni


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