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“Quel test non dà garanzie: contratto a chi già insegna”

Intervista a Francesco Sinopoli, Segretario FLC CGIL.

24/05/2020
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Il Fatto Quotidiano

“Assumere i docenti attraverso un test a crocette? Significa sottoporli a una lotteria, non è un buon modo per selezionarli”. Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil, riassume così la posizione di tutto il fronte sindacale sul concorso straordinario riservato agli insegnanti precari con almeno tre anni di anzianità. Il ministero dell’Istruzione è infatti pronto a organizzare le prove a risposta multipla già quest’estate, con tutte le precauzioni per svolgerle in sicurezza. Ma le sigle della scuola sono contrarie e si dicono pronte a una grande mobilitazione.

La proposta, che in Parlamento trova la sponda di Pd e Leu, è eliminare la prova scritta: “Assumerli a settembre in base ai titoli - spiega Sinopoli - e fare una prova orale alla fine del primo anno che permetta di confermare il ruolo”.

Segretario Sinopoli, mandare questi insegnanti in cattedra senza un quiz di selezione non significa trasformare un concorso straordinario in una sanatoria?

No. Facciamo una premessa: il concorso straordinario rivolto a chi ha un contratto a tempo determinato da almeno tre anni risponde a un principio fissato dalla Corte di Giustizia europea. In questo caso sanare significa rispondere a un abuso perpetrato dallo Stato ai danni di precari che sono già oggi nella scuola. Ogni anno li troviamo come supplenti e li troveremo anche se non dovessero superare i concorsi perché sono necessari.

Che problema c’è se questo avviene attraverso una prova a crocette? Non è così che si seleziona la qualità. Noi non è che diciamo di far scomparire la procedura selettiva, che si terrebbe comunque con l’o ra le , semplicemente vogliamo togliere i quiz. Tra l’altro siamo in un contesto in cui nessuno è certo di poterli organizzare.

Per questo la ministra Azzolina ha suggerito una mediazione: rinviarli nei prossimi mesi, una volta finita l’emergenza sanitaria, e nel frattempo assumere i docenti a tempo determinato per il prossimo anno scolastico...

Noi come sindacati non abbiamo ricevuto alcuna proposta. Si tratta di questioni interne alla maggioranza che abbiamo solo letto sui giornali. Comunque, se pensiamo di limitarci a rimandare il test a crocette di due o tre mesi, dico che comunque non sono d’accordo. Il mio insegnante dovrebbe essere selezionato sulla sua capacità di insegnare. Oggi l’unica soluzione è una selezione per titoli e alla fine una verifica orale. La prova scritta faceva parte dell’accordo che ha preceduto il decreto scuola.

Vorrei chiarire che la proposta che stiamo facendo oggi l’avevamo fatta anche allora. Era la nostra idea originaria. Adesso pensiamo che, nel contesto che si è presentato, le nostre ragioni tornino. Non siamo nella stessa situazione di prima, è molto diversa e abbiamo l’urgenza di avere insegnanti in cattedra.

Che garanzia di qualità può dare agli studenti e ai genitori il solo fatto di aver insegnato per tre anni? Non servirebbe anche una valutazione?

È singolare che un datore di lavoro, in questo caso lo Stato, prima non sia in grado di individuare chi non sa svolgere la prestazione lavorativa, ma poi continui a richiamare le stesse persone. Allora bisognerebbe fare un altro ragionamento. Che cosa serve? Forse una formazione sulla quale possiamo investire mentre lavorano? Noi dovremmo avere un percorso di formazione, ma non lo abbiamo più. Il Fit ( acronimo di Formazione Iniziale e Tirocinio, ndr) andava riformato ma non cancellato.

Che cosa farete se la vostra proposta non sarà accolta?

Non escludiamo nulla. Chiederemo che ci sia un confronto e poi decideremo, però non staremo fermi, non aspetteremo che a settembre ci si trovi con le risorse attuali.

In questo caso si sanerebbe un abuso ai danni di precari che sono già oggi nella scuola: ogni anno li troviamo come supplenti e li troveremo anche dopo i concorsi perché sono necessari


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