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Prof sospesa a Palermo, scontro tra Bussetti e l’ufficio scolastico di Palermo

Pronto il ricorso della prof. La richiesta del Miur dopo il tweet: abbiamo chiesto all’Usr spiegazioni ma non di avviare il procedimento. Il ministro vuole conciliare, l’ufficio scolastico provinciale non cambia idea sulla sanzione

11/06/2019
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Non si risolve il caso della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, sospesa per 15 giorni, dopo l’ispezione per il video dei suoi studenti che coinvolgeva Salvini. «Il ministro è completamente estraneo al procedimento disciplinare, non ha sollecitato un provvedimento contro la professoressa di Palermo», spiega il ministero dell’Istruzione. Ed infatti il ministro - come spiegano dall’ufficio stampa - non può «avviare alcun procedimento». Ma è vero che da Roma è partita una richiesta di chiarimenti all’ufficio scolastico provinciale di Palermo quando della vicenda cominciarono a parlare i giornali locali. Secondo quanto raccontano al Miur l’ufficio avrebbe risposto che si erano già attivati e inviato una relazione per descrivere la situazione. In genere queste informazioni, spiegano dall'ufficio stampa, vengono usate per sollecitare eventuali dichiarazioni del ministro sui casi che salgono alla ribalta delle cronache. In questo caso non ci fu alcuna dichiarazione, ma la faccenda esplose comunque qualche giorno dopo con la scelta del dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, che in questo caso fa le veci di quello regionale andato in pensione, il dott. Marco Anello.

La scontro con Palermo

Dopo che è scoppiato il caso il ministro Bussetti si è detto favorevole a trovare una via d’uscita. Aveva incontrato anche la prof a Palermo negli ultimi giorni di campagna elettorale insieme al ministro dell’Interno Salvini. Una soluzione sembrava a portata di mano: una conciliazione sembrava la strada da percorrere. Ma l’ufficio scolastico continua a mantenere la sua posizione. E questo rischia di compromettere la vicenda. L’avvocato della prof, Alessandro Luna, conferma: «Tra domani e mercoledì depositiamo ricorso in tribunale: la soluzione proposta dal ministero, ovvero di firmare un accordo conciliativo a cui non avrebbe partecipato il dirigente dell’ufficio scolastico dell’Usr Sicilia, non mi convince né mi convincerà mai. Secondo ben due decreti ministeriali la competenza disciplinare è di esclusiva pertinenza degli uffici scolastici regionali, e in caso di vacanza di quelli provinciali. Il ministero fa solo eccezione per i dirigenti di prima fascia, può solo dettare delle linee guida ma non ha competenza né legittimazione passiva sui provvedimenti disciplinari. Quindi è il direttore Anello, che evidentemente ritiene che la sanzione sia legittima, che dovrebbe firmare quell’accordo, e non il capo dipartimento del Miur. È un problema formale. Infatti in giudizio io chiamo il ministro, perché datore di lavoro, ma nell’ambito di questa amministrazione ci sono competenze esclusive: io potrei chiamare solo l’Usr Sicilia».


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