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Primo giorno di test per l’accesso alle Università. Cominciano le professioni sanitarie

Numero chiuso e calo delle iscrizioni. Le app “Test sicuro” per le denunce.

04/09/2015
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Jobsnews

di Elisa Spadaro

Al via oggi la seconda lotteria della stagione: dopo quella dei docenti precari, torna, puntuale, quella dei test universitari. In migliaia gli studenti che proveranno ad accedere ai numerosissimi corsi a numero chiuso che il nostro ordinamento universitario prevede: oggi è stata la volta delle professioni sanitarie, in testa fisioterapia e infermieristica, l’8 settembre toccherà a Medicina. Complessivamente, sono circa 25mila i diplomati che hanno tentato questa specie di “Ruota della fortuna” in cui i test di ammissione all’Università si sono trasformati, e il grosso pare soprattutto al Sud, 6mila nella sola Napoli, 2500 a Cagliari, 3mila a Bari.

L’alba dei test, però, ha visto un gran mobilitarsi in tutta Italia: da Roma a Palermo, tante le associazioni che si sono fatte trovare davanti ai cancelli delle università per gridare il loro NO alla logica del numero chiuso. Un “furto legalizzato che nega il diritto allo studio a migliaia di giovani neodiplomati” – recita uno striscione mostrato dagli studenti medi di Palermo – a cui spesso viene negata l’adeguata formazione universitaria, già estremamente ostacolata dai suoi costi. A Roma stanotte, invece, il blitz dell’Unione degli Universitari davanti all’Università La Sapienza che con l’urlo “se non è aperta non è buona”, ancora una volta hanno affermato che non può essere affatto buona una Università in cui le politiche di chiusura non fanno altro che negare diritti e aumentare le disuguaglianze sociali.

Quest’anno saranno loro i primi, gli studenti dell’Udu, che vigileranno sui quiz: hanno creato “Test sicuro”, una app scaricabile su android con la quale tutti possono denunciare disagi e irregolarità, e come tutti gli anni, durante le prove, saranno davanti agli atenei italiani per distribuire le loro guide al test sicuro.

E se effettivamente il numero chiuso è un grosso ostacolo al futuro per i giovani studenti, forse non è esattamente un caso il forte calo di iscrizioni che si comincia a registrare già da qualche anno e si fa sentire ancora più forte all’esordio di questi primi test. È un dato preoccupante che non deve essere ignorato, per un paese come l’Italia che vede, purtroppo, già meno laureati rispetto alla media europea, in cui l’accesso all’Università resta ancora troppo legato alle condizioni economiche della famiglia e il diritto allo studio viene continuamente negato dalle cieche politiche attuali. Il ministro dell’istruzione Giannini aveva promesso mesi fa un tavolo tecnico di discussione per affrontare il drammatico problema dei test e del numero chiuso e ad oggi nulla è stato fatto.  È realmente questo quello che vogliamo dalla nostra Università?


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