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Presidi puniti se poco selettivi

Direttiva sulla valutazione al giro di boa, 4 i pilastri. Peserà il giudizio di studenti e genitori

22/09/2015
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ItaliaOggi

Sarà probabilmente il tema caldo del confronto di domani tra il ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, e i sindacati (si parlerà anche di formazione dei docenti, di fondo di funzionamento delle scuole, anno di prova degli insegnanti delle superiori e digitalizzazione degli istituti).

Uno dei tasselli della riforma della Buona scuola con cui il governo punta a mettere in piedi quel sistema di meritocrazia nella scuola che per più di un decennio è rimasto sulla carta. Con la valutazione dei presidi, divenuti il perno della maggiore autonomia in termini di reclutamento e di merito degli insegnanti, si dovrebbe scrivere infatti la parola fine alla lunga storia degli aumenti uguali per tutti anche per i capi di istituto. La direttiva che darà il via al sistema di valutazione dei circa 8mila dirigenti scolastici è pressoché pronta per essere inviata nei prossimi giorni.

Il meccanismo di giudizio della qualità dell'operato del dirigente si fonda su quattro pilastri: i risultati raggiunti a seguito del Piano di miglioramento, il documento immediatamente successivo alle evidenze del Rav, il rapporto di autovalutazione, col quale ogni scuola si impegna a lavorare per superare i propri punti deboli; le attività di formazione e di aggiornamento frequentate con esito positivo e rientranti nel portfolio del preside; il livello di gradimento da parte dei consumatori, dai genitori agli studenti, ma anche degli stessi docenti e in generale degli interlocutori del territorio; e poi la capacità di gestire (e quindi anche di selezionare) e di valorizzare i suoi insegnanti. Una capacità che dovrà essere misura non solo sulla base dei risultati raggiunti in termini di maggiore rendimento dell'attività didattica, ma anche alla luce dei criteri di distribuzione delle risorse per il merito. E dunque se il dirigente dovesse decidere di distribuire il fondo per la valorizzazione degli insegnanti a pioggia, questo verrebbe giudicato un elemento negativo, che può compromettere il giudizio finale, al punto da ridurre o annullare la fetta di retribuzione di risultato del dirigente. La previsione dovrebbe avere anche un effetto deterrente nei confronti di quanti per quieto vivere dovessero decidere di evitare atteggiamenti troppo selettivi nei confronti dei docenti. In ballo ci sono 32 milioni per l'anno in corso.

La valutazione finale è triennale, e spetta al direttore scolastico regionale. L'acquisizione dei singoli parametri sarà invece annuale. Che peso avranno i singoli elementi nella definizione del giudizio finale non è stata ancora deciso. Per quanto riguarda invece la quantificazione dei singoli premi, la tesi che sembra prevalere ai piani alti di viale Trastevere è quella di non prevede quote e neanche minimi o massimi.


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