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Piano Università, facoltà chiuse fino al 15 giugno e a settembre si continua online

Ministero e Crui progettano il "restart": dopo Pasqua riaprono i laboratori. Nel nuovo semestre i grandi atenei manterranno le lezioni da remoto e i piccoli sperimenteranno un graduale ritorno in aula. Il ministro Manfredi: "Regole valide per tutti, ma applicabili in modo diverso"

08/04/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - L'università, a differenza della scuola, guarda a settembre. E prova a progettare l'Anno accademico 2020-2021 che, almeno nel suo primo semestre, dovrà convivere con Covid-19 e il rischio del rimbalzo. Con alcune videoriunioni informali, diversi rettori della giunta Crui, la Conferenza nazionale, in queste ore hanno deciso una cosa e ipotizzato una seconda. La decisione riguarda l'anno scolastico in corso: non si tornerà nelle aule, le lezioni continuano e si chiuderanno a distanza, online. Per ora si prorogherà la chiusura universitaria agli studenti fino al 15 giugno, poi si valuteranno gli esami estivi. L'ipotesi riguarda, invece, la ripresa per la prossima stagione e, qui, le possibilità approfondite sono due: per gli atenei di dimensioni minori si sta indagando la fattibilità di un graduale rientro in aula (in sicurezza) tra fine settembre e gennaio 2021. Per le università di grandi dimensioni, invece, la prima parte della stagione, almeno per le facoltà più affollate - Lettere e Medicina -, sarà ancora affidata alle spiegazioni da remoto.   

Eugenio Gaudio, vicepresidente Crui e rettore all'ultimo anno della Sapienza, la struttura accademica più grande d'Europa, spiega: "Le distanze tra studenti, nelle aule, fino a ieri erano di 50-60 centimetri. Né oggi né a settembre potremo riproporre questi standard. La possibilità del ritorno del virus è intuitiva. Possiamo tutelare i ragazzi e l'ateneo in due modi: avere un approccio ancora telematico per le lezioni più affollate e garantire gli spazi sufficienti in quelle con una minor presenza di universitari". Se, rispetto alla scuola, il mondo accademico ha numeri più contenuti - 1,7 milioni di studenti contro 8,5 milioni -, dall'altra parte presenta connotazioni rischiose a proposito del contagio: i molti fuorisede, che si spostano in direttrice Nord-Sud, e i diversi docenti fuori regione.

L'Università della Basilicata con i suoi 6.700 iscritti rientra tra gli atenei di piccole dimensioni e la sua rettrice, Aurelia Sole, componente della giunta Crui, immagina che la terza fase di Unibas possa prevedere distanze di sicurezza e lezioni con guanti e mascherine. Anche per i docenti. "Non so se le aule potranno tornare a riempirsi", dice la Sole, "ma proveremo a praticare il rientro con cautela. Inizieremo con le lauree magistrali, quindi i dottorati di ricerca".

Ferruccio Resta, presidente della Crui e rettore del Politecnico di Milano, ritiene che a fine settembre "le università, tutte, potranno riaprire alle lezioni in presenza", ma con una possibilità in più: "Gli studenti che sono lontani dalla sede, che stanno lavorando, che per motivi clinici non potranno accedere ai campus avranno l'accesso alla didattica da remoto, in questi mesi stiamo perfezionando gli strumenti".

Le lezioni online, dichiarano tutti gli atenei, sono state un successo. "Abbiamo aumentato il numero degli studenti ai corsi". La Sapienza è oltre quota centomila, con 3.100 corsi offerti e 11.000 esami di profitto. Il 95 per cento del personale, tra l'altro, lavora da casa. "La lezione telematica resta un'emergenza, non un obiettivo", dice Gaudio: "L'università vive di presenza e scambio, di capacità di convincere e appassionare. Non diventeremo un grande ateneo telematico, questo no". E la rettrice Sole: "Con questo esperimento online stiamo crescendo tutti, docenti e discenti. Siamo riusciti a mantenere gli stessi orari delle lezioni pensate per l'aula. Le spiegazioni vengono registrate e restano a disposizione su un cloud di facoltà. Abbiamo dovuto constatare come molte famiglie non hanno attrezzature informatiche e reti piatte che consentono un lungo tempo di collegamento. Uno studente in un semestre segue tre, quattro corsi e solo il costo di connessione può diventare insostenibile. Le presenze alle lezioni sono aumentate perché studenti-lavoratori, part-time, sportivi ora possono partecipare. Lo strumento virtuale può diventare un supporto importante".

Alla fine della prossima settimana il ministro dell'Università, Gaetano Manfredi, renderà pubblico il Piano nazionale a cui sta lavorando, appunto, con la Crui e il Consiglio nazionale universitario. "Appena ci sarà il restart" , spiega, "partiremo con le attività individuali, che sostanzialmente sono quelle di ricerca". Tra il rientro da  Pasqua e l'inizio di maggio si riapriranno i laboratori. "Chiuderemo il secondo semestre 2019-2020 completando la didattica online", conferma Manfredi, "e per settembre daremo ai dipartimenti indicazioni in modalità blended, mista. Prevediamo una didattica sia in presenza che online tenendo in considerazione lo stato del virus, l'affollamento medio delle aule e la capacità di erogazione di mascherine e guanti".