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Per gli statali ancora fermi gli stipendi

Il ministro D'Alia: «Spero nello sblocco dal 2015 ma adesso le risorse non ci sono». Contrari i sindacati che chiedono l'intervento del Parlamento. Per i pubblici una perdita media di 4.100 euro

29/05/2013
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l'Unità

Laura Matteucci

Come i sindacati temevano, per gli statali il blocco dei rinnovi contrattuali viene prorogato anche nel 2014. E per il 2015 si vedrà: tutto dipende da come andrà l'economia del Paese. A confermare la linea d'austerità nei confronti degli statali è il ministro della Funzione pubblica Giampiero D'Alia: «Il blocco dei rinnovi contrattuali - dice - dobbiamo prorogarlo perché non ci sono risorse». Aggiunta: «In un periodo di crisi è più giusto tutelare chi il lavoro l'ha perso» e questo «dobbiamo farlo capire ai sindacati e ai nostri lavoratori». Parole che trovano la netta contrarietà dei sindacati, con la Cgil che chiede al Parlamento di esprimere parere negativo sulla proroga del blocco e dei meccanismi di adeguamento salariale, e al governo «di assumere le iniziative necessarie ad avviare la stagione dei rinnovi contrattuali a partire dal 2011'. Il ministro D'Alia prosegue nel suo ragionamento: «Dobbiamo responsabilizzare il sindacato, oggi il tempo delle rivendicazioni è finito'', dice, e aggiunge che il blocco degli stipendi «non toglie che al tavolo con i sindacati, la prossima settimana, si possa discutere anche di questo per cercare un percorso che possa introdurre novità sul rinnovo. Possiamo cominciare a discutere della parte normativa del contratto». Altre parole che suscitano un coro di no da parte dei sindacati: «Risulta del tutto incomprensibile l'apertura al dialogo del ministro, se poi lo stesso annuncia alla stampa lo stop al contratto'', gli rispondono Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili - segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa. «Ringraziamo il ministro - continuano - per averci informato che la fase delle rivendicazioni è finita. Ma sappia che all'incontro del 4 giugno, annunciato anche questo a mezzo stampa come il blocco dei contratti del pubblico impiego, pretenderemo impegni concreti in direzione opposta». «Siamo perfettamente coscienti della difficile fase economica - aggiungono i sindacalisti - ma non possiamo accettare che questa congiuntura sia pagata ulteriormente da lavoratori che hanno già subito una perdita di reddito pesantissima. Il ministro D'Alia non può pretendere un atteggiamento collaborativo senza dimostrare rispetto nei confronti dei lavoratori e delle organizzazioni che li rappresentano. Sul tema del riordino istituzionale, come sul precariato e sul rinnovo del contratto, siamo disponibili a un confronto senza pregiudizi. Ma a patto che dal governo - è la conclusione - ci sia la stessa disponibilità».

PERSI 3MILA EURO I conti delle perdite salariali dei dipendenti pubblici li aveva fatti poche settimane fa la Cgil: circa mille euro l'anno dal 2010 fino a tutto il 2012 ma, con il congelamento delle buste paga anche per il 2013 e 2014, i 3 milioni e mezzo di dipendenti statali dovranno affrontare una perdita complessiva di 4.100 euro medi lordi. I sindacati già temevano la proroga del blocco degli stipendi, che fino al 31 dicembre 2014 era stato inserito dal governo Monti in una bozza di decreto. Il nuovo governo, dunque, non fa altro che ratificare una decisione già presa in precedenza. «Continua, in maniera ossessiva, la scelta del governo di ridurre il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti pubblici», affermano il segretario confederale della Cgil Nicola Nicolosi, e i segretari generali di Fp e Flc, Rossana Dettori e Mimmo Pantaleo. Dopo le decisioni del governo Berlusconi, aggiungono i dirigenti sindacali, «ora siamo ancora alla riproposizione del blocco dei contratti, avviata da Monti e fatta propria dal governo Letta. Ancora una volta - concludono - si evince un accanimento nei confronti dei pubblici che non potrà che vedere una nostra risposta articolata e ferma».


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